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Pd, Zingaretti ha perso la Regione Lazio ma festeggia e brinda

Claudio Querques
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Il partito è alla canna del gas, la base è spaesata, sul Nazareno versione-Letta sta per calare il sipario. Dal Pantheon è scomparsa Rosa Luxemburg ed è apparsa Rosa Chemical (copyright Tommaso Labate). Goffredo Bettini vorrebbe ripartire da Ultimo, il cantante di borgata fischiato dai critici di Sanremo. A Palazzo Lombardia è rimasto più forte che prima Attilio Fontana. Ma c’è qualcuno che a sinistra festeggia. È Nicola Zingaretti, l’ex governatore del Lazio. Due giorni dopo aver consegnato a Francesco Rocca chiavi in mano la Pisana ha pensato bene di partecipare ad una kermesse per brindare insieme a Niki Vendola e all’eurodeputato Massimiliano Smeriglio al seggio conquistato da tale Claudio Marotta, esponente della lista Verdi-Sinistra, nonché strenuo sostenitore della legalizzazione della marijuana nel Lazio. Baci, abbracci e cin cin per il seggio conquistato dal giovane consigliere regionale in un locale della Garbatella. Musica e cotillion dalle 18.30 a mezzanotte. Parterre di finta-periferia con in prima linea, assessori e consiglieri municipali. I soliti amici della parrocchietta rossa.

 

 

Tra i presenti alla festa non c’era ovviamente Alessio D’Amato, lo sconfitto che avrebbe avuto poco da festeggiare. Che anzi, quando ha saputo dei festeggiamenti - riferiscono fonti a lui vicine - l’ha presa decisamente male. Da che parte ha remato Zinga?, si è chiesto più di qualcuno, dandosi di gomito. Sospetti e sospiri che alimentano malumori. Critiche e accuse neanche troppo velate di non aver sostenuto abbastanza l’ex assessore alla Sanità abbandonandolo al suo destino di candidato «minore», di uomo scelto da Carlo Calenda e perciò boicottato e votato al suicidio. Che il Partito democratico si sia mosso senza una leadership nazionale, un agglomerato di solisti più che una squadra, è risaputo. Ma da qui ai festeggiamenti della lista alleata ce ne corre. E c’è un precedente: l’ex presidente della Regione – presente ieri alla manifestazione di Elly Schlein a Testaccio, insieme a Francesco Boccia, Alessandro Zan e Livia Turco «orgogliosa di parlare da compagna» – era stato già percepito come una presenza extracorporea alle Politiche del 25 settembre per aver personalizzato la sua campagna elettorale.

 

 

Da dove ripartire? Come ricomporre il profilo multiforme del centrosinistra in un’unica identità? Per ora si prova a uscire gradualmente dalla Ztl. La Garbatella, che festeggia i suoi 103 anni di storia, per il brindisi della consolazione. Cinquecento persone in piazza Testaccio ieri per spingere la candidatura alla segreteria Elly Schlein. Un comizio che senza i coriandoli e le maschere dei tanti bambini che hanno trovato la piazza occupata dal palco e dai gazebo sarebbe stato più simile all’assemblea di un nuovo partito. Giovani attivisti del mondo green, Arcigay, Lgbt, vecchi iscritti e tanta nostalgia della sinistra che fu. Oggi nel Lazio e in Lombardia si chiuderà il voto dei circoli, ultimo passaggio invista delle primarie di domenica 26 febbraio. Se non ci saranno cambiamenti significativi nel voto dei delegati prevarrà Stefano Bonaccini con una ventina di lunghezze di vantaggio sulla deputata italo-svizzera. I sondaggi però prevedono un testa a testa quando la sfida si sposterà nei gazebo e sarà possibile il voto online. La Schlein ci spera e lo ha dimostrato anche ieri sfidando la piazza dopo la depressione delle regionali: «Se vinco cambierà tutto», ha promesso. I suoi fans sono andati via convinti che non sarà solo uno scherzo di Carnevale.

 

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