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Dimissioni Augusta Montaruli, scontro tra Fratelli d'Italia e Forza Italia

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Alta tensione tra Fratelli d'Italia e Forza Italia dopo le parole del vicepresidente della Camera di Forza Italia, Giorgio Mulè, il quale ha invitato il partito di Giorgia Meloni a trarre le conseguenze sul caso di Augusta Montaruli: parole che hanno preceduto le dimissioni della sottosegretaria di Fratelli d'Italia, condannata per peculato. "Mulè pensava di metterci in difficoltà con le sue provocazioni: ha preso uno schiaffo morale dalla Montaruli la cui impronta gli manterrà la faccia ben più rossa di quanto rubiconda già sia. Che provocatorie insinuazioni vengano da un personaggio come Mulè, che di pregiudicati eccellenti nel suo partito ne vanta più di uno, è intollerabile«, trapela da fonti autorevoli di Fratelli d’Italia, come riporta l'AdnKronos. Le parole di Giorgio Mulè, si rileva, hanno creato, infatti, non poco subbuglio in ambienti parlamentari, visto che "anche Berlusconi è un condannato in via definitiva e ciò nonostante resta il deus ex machina degli azzurri", viene spiegato. Senza contare, fanno notare le stesse fonti di Fratelli d'Italia, che la vicenda Rimborsopoli in Piemonte ha toccato punti drammatici con il suicidio dell’ex assessore regionale Angelo Burzi, tra i fondatori di Forza Italia nella Regione. 

 

 

 

 

Non si è fatta attendere la replica di Giorgio Mulè vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia. «Leggo su tutte le agenzie di stampa frasi che mi riguardano con il ricorso a espressioni gravi e grevi attribuite a "fonti autorevoli di Fratelli d’Italia". Non c’è risposta alcuna da dare per il semplice fatto che tutta la costruzione delle invettive anonime si basa su fatti mai avvenuti. Poiché ritengo impossibile che queste espressioni siano da attribuire a "fonti autorevoli" mi vedo costretto a sollecitare gli autorevoli esponenti di Fratelli d’Italia a prendere immediatamente le distanze da queste gravissime, velenose e calunniose affermazioni al limite della minaccia. Ove ciò non avvenisse - ma lo escludo - mi appello ai giornalisti affinché rivelino l’identità di queste "fonti autorevoli" facendole uscire da un anonimato che sa solo di viltà».

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