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Decreto Ucraina, la Camera approva la proroga all'invio di armi

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Via libera definitivo della Camera dei deputati al decreto Ucraina. I voti a favore sono 215, i contrari 46. Hanno votato contro il provvedimento M5s e Alleanza Verdi Sinistra. Non hanno votato alcuni deputati dem, tra cui esponenti della componente di Artcolo 1. Già approvato dal Senato della Repubblica, con il voto della Camera dei deputati, il decreto viene convertito in legge. Il provvedimento, il sesto decreto sull’invio di armi a Kiev da quando è scoppiata la guerra (il primo risale al marzo 2022), prevede la proroga, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina.

 

 

 

 

Non tutti, però, sono soddisfatti per la conversione in legge. «All’inizio del conflitto si discuteva dell’invio di armi e munizioni per i soldati, di armi anticarro per fermare l’avanzata russa, con l’obiettivo di lavorare diplomaticamente per ristabilire la pace - ha detto il deputato Marco Pellegrini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Commissione Difesa alla Camera - Ora sentiamo parlare solo dell’invio di carri ad alto potenziale, missili a lunga gittata e mezzi aerei per lanciare attacchi contro il territorio russo per ottenere la "vittoria", come ha ribadito a Kiev il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Ma veramente pensate si possa battere militarmente la Russia? La logica del supporto militare a oltranza, portata alle sue estreme conseguenze, potrebbe condurci presto a non parlare più di invio di armi, ma di invio di truppe, quindi a un coinvolgimento diretto della Nato. Cosa faremo quando Zelensky ci chiederà non più solo armi ma anche uomini? È ipocrita chi parla di pace e, nello stesso momento, sposa la via dell’escalation militare. Dite la verità ai cittadini: l’Italia e l’Europa stanno entrando in guerra. Abbiate il coraggio di dirlo, non nascondetevi dietro a un dito».

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