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Tetto al contante e Pos, Meloni tira dritto: "L'Ue la pensa come noi"

Daniele Di Mario
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Su tetto al contante e Pos il governo non fa marcia indietro. Parola di Giorgia Meloni, che respinge al mittente le critiche di Bankitalia. Il presidente del Consiglio affida alla diretta «Gli appunti di Giorgia» le proprie considerazioni sugli argomenti più spinosi della legge di Bilancio. Sul tetto all'uso del denaro contante che il governo vuole portare a 5.000 euro- il premier risponde alle critiche di chi accusa Palazzo Chigi di voler «favorire gli evasori», ricordando che l'Europa questa settimana «ha deciso di fissare il tetto al contante a 10.000 euro, il doppio di quanto stabilito dal governo italiano.

Chiedo a chi dice che vogliamo favorire gli evasori: l'Europa vuole favorire gli evasori? Non credo, forse abbiamo ragione noi anche quando diciamo che il tetto al contante funziona se è una misura europea». Quanto al Pos, l'abolizione delle commissioni sarebbe incostituzionale. La Bce nel 2019- ricorda Meloni - in una lettera inviata all'allora ministro dell'Economia roberto Gualtieri fa una serie di critiche all'abbassamento del contante, definendolo «particolarmente importante per alcune categorie sociali» e unica «moneta legale» che consente ai cittadini di regolare un pagamento immediatamente senza tariffe per il suo utilizzo. Ma abolire le commissioni è impossibile «perché non possiamo farlo, sarebbe incostituzionale - afferma Meloni - La moneta elettronica è privata e lo Stato non può impedire a chi offre il servizio di guadagnarci una commissione.

Questo è il motivo per cui Bankitalia fa le sue valutazioni circa il tema dell'innalzamento del tetto al contante». Per quanto riguarda invece la Manovra nel suo complesso, «non mi pare che Bankitalia abbia mosso particolari critiche», a parte uso del contante e obbligo del Pos. Nella diretta Facebook Meloni difende anche la flat tax, ribadendo che «è falso» sostenere che l'estensione della tassa piatta ai redditi fino a 85mila euro favorisca le partite Iva e discrimini i lavoratori dipendenti. A parità di remunerazione - spiega il premier citando uno studio- il lavoratore autonomo paga «qualcosa in più» rispetto al lavoratore dipendente. «Credo che si debba lavorare a un sistema in cui tutti i lavoratori abbiano gli stessi diritti indipendentemente dal tipo lavoro che fanno. Questa è la grande sfida che ci diamo», aggiunge. Nella manovra, insiste, «siamo intervenuti anche per dare una mano ai lavoratori dipendenti. Abbiamo, ad esempio, dimezzato la tassazione sui premi di produzione fino a 3mila euro. Ci siamo occupati di tutti i lavori, non per creare discriminazioni ma per combattere le discriminazioni che ci sono».

Meloni poi annuncia che il governo presenterà un emendamento alla manovra per estendere a tutto il 2023 i crediti di imposta per le aziende che assumono al Sud, per le Zone economiche speciali e per le aree terremotate. «Non era fascile individuare le risorse, ci siamo riusciti», dice il premier. Il presidente del Consiglio precisa anche la posizione sua e del governo sul bonus ai diciottenni: «Negli ultimi giorni c'è stata molta polemica su un emendamento che è stato presentato dai partiti della maggioranza sul bonus ai 18enni per la cultura. Si dice vogliamo abolirlo. In realtà non vogliamo abolirlo. Noi crediamo sia molto importante avvicinare i giovani alla cultura. Il ministro Sangiuliano sta lavorando parallelamente con gli operatori del settore ad una carta cultura. Però sicuramente 18 app va rivista». Meloni poi assicura che «il governo non intende cambiare posizione sul tema dell'immigrazione». «In Italia non si entra illegalmente - aggiunge il premier- vogliamo combattere il traffico di esseri umani e le morti in mare. Non vogliamo continuare a favorire i trafficanti». «Il coinvolgimento dell'Europa è fonamentale» sottolinea ancora Meloni annunciando per la prossima settimana «nuove norme per fermare la tratta, su questo tema- conclude- non intendiamo mollare».

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