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Governo, arrivano i 15 giorni chiave della Manovra: le misure su energia, fisco e Reddito

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Lunedì si aprono due settimane chiave per mettere a punto la manovra economica, la prima del governo di Giorgia Meloni, che sarà totalmente incentrata su provvedimenti per mitigare gli effetti del caro energia per imprese e famiglie. La nuova legge di bilancio dovrebbe vedere la luce entro fine mese in una corsa contro il tempo che consenta di arrivare al disco verde del Parlamento entro fine anno con un esame lampo. L’esecutivo è chiamato a confrontarsi con un contesto internazionale difficile, tra le tensioni sul prezzo del gas scatenate dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in corso da quasi 9 mesi, e la corsa dell’inflazione. L’approccio, ribadisce il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, è improntato alla prudenza e alla responsabilità. Dopo i ritocchi al superbonus 110%, sarebbero allo studio dei correttivi sul Reddito di cittadinanza, garantendolo a chi non ha la possibilità di lavorare, per ricavare risorse fino ad 1 miliardo da reinvestire in manovra. Si ipotizza l’inserimento di maggiori paletti che portino al taglio del sussidio come quelli legati alla mancata accettazione delle proposte di lavoro.

 

 

Possibile un intervento sulle pensioni, con misure per evitare che dal 1 gennaio 2023 si torni alla legge Fornero in versione integrale. Quota 41 sarebbe ritenuta un possibile punto di partenza, in attesa di una revisione complessiva del sistema pensionistico. C’è poi un macigno che pesa sui conti del Paese, frutto anche del progressivo inverno demografico. Il combinato disposto di maggiore inflazione e indicizzazione avrà un impatto di oltre 50 miliardi sulla spesa pensionistica al 2025. Il capitolo fisco vede tra le misure allo studio anche una riduzione graduale del cuneo fiscale, per liberare risorse nelle buste paga. Il governo sta anche valutando per la flat tax l’innalzamento (tra 80mila e 100mila euro) della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale, la cosiddetta «flat tax incrementale», per i titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i redditi dichiarati nei tre anni d’imposta precedenti. Il tema è ancora oggetto di confronto tra le forze di maggioranza. Nel pacchetto dovrebbero entrare anche interventi di tregua fiscale, con l’ipotesi di nuova rottamazione e stralcio per le cartelle fino a mille euro. 

 

 

Su tutti questi temi nei giorni scorsi è stata avviata l’interlocuzione tra il governo, i sindacati e le associazioni datoriali, chiedendo anche alle parti sociali di formulare possibili proposte che tengano conto del contesto economico e internazionale. Licenziando la Nadef il governo ha parlato di circa 32 miliardi a disposizione contro il caro energia, per evitare che le attività imprenditoriali rischino la chiusura e le famiglie comprimano eccessivamente i consumi. Un primo passo è arrivato con il dl Aiuti quater, approvato giovedì dal Cdm, che mette a disposizione 9,1 miliardi di euro - provenienti dal extragettito fiscale - destinandoli a misure che rivedono, prorogano o avviano provvedimenti a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette. Il testo dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri entro fine mese: il ministro Giorgetti ha parlato di tre settimane come termine massimo, frutto anche di tempi tecnici, mostrandosi ottimista sulla possibilità di vedere pronto entro 15 giorni il Documento programmatico di bilancio, aggiornato rispetto alla versione ‘light’ inviata a Bruxelles dal governo Draghi, con l’ossatura della manovra.

 

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