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Governo Meloni, primo round con i sindacati: pensioni, costo del lavoro, fisco ed extraprofitti

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Pensioni, costo del lavoro, fisco ed extraprofitti. Questi i temi al centro del primo round di confronto tra i sindacati - Cgil, Cisl e Uil e per la prima volta anche Ugl - e il governo Meloni a Palazzo Chigi. "Il nostro approccio è di totale apertura e rispetto" ha assicurato la presidente del consiglio ai leader sindacali. Una modalità che ha convinto Paolo Capone, di Ugl, secondo cui è stato "un confronto ad ampio raggio e senza chiusure", e Luigi Sbarra, segretario della Cisl, che lo ha definito "un incontro importante", plaudendo alla disponibilità della premier al dialogo. Più caute Cgil e Uil. Il giudizio di Maurizio Landini "è sospeso" perché "ad oggi risposte nel merito non ne abbiamo avute". Gli fa eco Pierpaolo Bombardieri, che lasciando piazza Colonna afferma: "Attendiamo di vedere le risposte del Governo alle nostre proposte".

Tra i dossier più urgenti da affrontare spicca la riforma delle pensioni: a gennaio - senza correttivi o interventi - arriva lo scalone di cinque anni previsto dalla legge Fornero. Per ora non sembra che il Governo, nella legge di bilancio, prenderà "decisioni straordinarie" ma i sindacati si aspettano un confronto "o prima o subito dopo la manovra", ha detto Bombardieri. La disponibilità a ragionare data da Meloni però, ha sottolineato Sbarra, "è ampia", proprio per scongiurare il temuto scalone. C'è poi il capitolo del costo del lavoro, su cui la Uil ha chiesto di "detassare subito le tredicesime, gli aumenti contrattuali e quelli derivanti dalla contrattazione di secondo livello e, ancora, ridurre il cuneo fiscale". Un problema evidenziato anche dalla stessa Meloni, secondo cui la tassazione sul lavoro è "un grande freno" con "tassi di interessi che tornano a salire". Una situazione "non facile quella che troviamo, ma - ha affermato - la affronteremo". Sul fisco è secca la posizione di Landini: no alla flat tax, sì ad una riforma fiscale "seria", no alla "politica dei condoni", sì ad una vera lotta all'evasione, perché "è lì che possiamo prendere risorse aggiuntive" ai 30 miliardi indicati nella Nadef. Accanto alla lotta dura agli evasori, un altro strumento utile, per i sindacati, potrebbe essere una extra tassa sugli extraprofitti, che porterebbero un 'tesoretto' di almeno "14 miliardi in più all'anno, se applicati al 35% non solo alle aziende che si occupano di energia", ha calcolato Bombardieri.

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