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Guai in casa per Meloni: il "suo" sindaco dice no al rigassificatore di Piombino

Il ministro Urso garantisce: "Compensazioni per i territori". Ma il primo cittadino toscano annuncia il ricorso al Tar

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Primi problemi per Giorgia Meloni. Che si trova ad affrontare una rivolta "interna" al suo partito. Il sindaco di Piombino Francesco Ferrari, di Fratelli d'Italia, continua infatti a dire no al programmato rigassificatore che dovrebbe servire ad attenuare l'emergenza energetica in Italia.

Come si legge sul Corriere della sera, Ferrari ha annunciato un ricorso al Tar che teoricamente potrebbe bloccare l'inizio ormai imminente dei lavori. «Il rigassificatore in porto sarebbe una sciagura per la nostra economia», ribadisce.

Non finisce qui. "Sull'Adriatico, alla foce del Po - svela il Corriere - è stata dissotterrata l'ascia di guerra politicamente fratricida. I sindaci di FdI e Lega sono contrari alle trivelle e contano sull'intercessione di deputati e senatori locali. Qui il problema è la subsidenza, l'abbassamento del terreno provocato dalle trivellazioni e la preoccupazione per danni irreparabili è altissima".

Il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso prova a cercare una mediazione: "Bisogna anche ascoltare il territorio e noi lo faremo. È chiaro che dobbiamo assolutamente garantire che ci siano due rigassificatori galleggianti, il primo entro aprile, il secondo nella seconda parte dell'anno. Lavoriamo su misure compensative per far capire ai cittadini che non vogliamo creare un'altra violenza al territorio dopo le inadempienze che hanno subito in passato". E le misure compensative dovrebbero ammontare a 600 milioni di euro.

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