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Decreto anti-rave, come può cambiare il testo su pena massima e intercettazioni

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Il decreto anti-rave verso una rimodulazione. A poco più di 48 ore dall'approvazione in Consiglio dei ministri e dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale, le norme nate per reprimere le feste abusive in terreni pubblici o privati che portano con sé un corollario di reati e di rischi per la sicurezza pubblica come lo spaccio e l'abuso di droghe, potrebbero già essere modificate. Soprattutto su due temi, quello dell'"invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati" e quello della possibilità di intercettare i partecipanti. Oggi giovedì 3 novembre il testo del decreto legge su riforma del processo penale, rave party ed ergastolo ostativo è stato presentato in Senato ed è partito l’iter: il Parlamento è chiamato a convertire il decreto in legge entro la fine dell'anno.

 

La modifica principale dovrebbe riguardare la durata della pena massima, che dovrebbe essere abbassata da sei a quattro anni, in modo tale da non prevedere l'arresto immediato e le intercettazioni.  Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha precisato come "il decreto non incida sui sacrosanti diritti della libera riunione" mentre il suo vice, l'avvocato Francesco Paolo Sisto di Forza Italia, è entrato nel merito delle ipotesi: "Bisogna evitare a tutti i costi che questa norma possa essere applicata alla legittima manifestazione di dissenso, da quella sindacale a quella scolastica. Su questo dovremmo essere attenti e fare in modo che questo epilogo non ci sia (...). Basterà abbassare la pena sotto i cinque anni e le intercettazioni non saranno consentite". 

 

Potrebbe, inoltre, essere meglio specificata "l'invasione arbitraria di terreni o edifici altrui, pubblici o privati" per evitare, ad esempio, che possa essere usata per l'occupazione di una scuola. Tra le diciture su cui si lavora, riporta TgCom24, c'è quella che indica come fattispecie i "raduni musicali non autorizzati" magari legati allo "spaccio e uso di droghe". Sisto ha sottolineato l'esigenza di "tipizzare la fattispecie dei rave-party da punire, per evitare che quella appena approvata da norma di garanzia si trasformi in norma di polizia". "L'intenzione è di colpire situazioni in cui il largo uso di sostanze stupefacenti crea pericoli concreti per l'ordine e la salute pubblica", e per questo il testo potrebbe citarlo esplicitamente. 

 

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