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Giuseppe Conte chiede al governo Meloni riforma elettorale e sfiducia costruttiva

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Le opposizioni sono, a dir poco, disperate. Dopo la batosta elettorale del 25 settembre cercano modi per restare a galla e conquistare un po' di visibilità. L'ultima richiesta fuori dal tempo è quella di Giuseppe Conte che chiede alla nuova maggioranza di collaborare per una nuova legge e la una riforma che introduca la cosiddetta sfiducia costruttiva.

Una legge elettorale che garantisca rappresentatività in Parlamento e sfiducia costruttiva. Sono i punti citati da Giuseppe Conte nel corso dell’incontro promosso da Stefano Fassina, «Verso il polo progressista», per rispondere a quella che Conte chiama «la malattia della democrazia». «Dobbiamo essere pienamente avveduti: questa nostra democrazia è malata seriamente», spiega Conte: «L’astensionismo ha raggiunto livelli impressionanti», ricorda il presidente del M5s elencando i «sintomi» della patologia della democrazia in Italia: «Una legge elettorale iniqua, per cui abbiamo forze politiche che hanno rimediato una sonora sconfitta, ma che hanno più parlamentari di noi; una crisi del sistema democratico che compromette la funzionalità delle istituzioni e che riguarda la rappresentatività; c’è poi una deriva oligarchica di questa nostra democrazia. Una deriva oligarchica perché i partiti degenerati in correnti non riescono a rinnovarsi, ci sono potentati economici e sociali che anche noi abbiamo toccato con mano e che contano più di chi riceve l’investitura da parte dei cittadini; ci sono comitati di affari che riescono al di là delle regole a dispiegare la loro iniziativa che poi sfocia nel malaffare e nella corruzione. Su questo», sottolinea l’ex premier, «dobbiamo confrontarci, non solo su ideali o su un orizzonte di valori. Altrimenti non abbiamo consapevolezza della forza rivoluzionaria e rinnovatrice che dobbiamo dispiegare».

 

 

 

 

«Se una forza si colloca in alternativa a una politica conservatrice, non può che avere una forza trasformatrice. Perché per il consolidamento dello status quo c’è la destra. Ma ritroviamoci su questa prima connotazione, su questo primo passaggio preliminare: oggi una alternativa a questa politica conservatrice non può che essere rivoluzionaria, gentile ma radicale e intransigente. Oggi il M5s è più radicale e intransigente di prima, proprio per la carta dei valori che si è dato». Per Conte, dunque, «dobbiamo colpire con maggior forza i privilegi, perché se lasciamo dispiegare alle forze di mercato la loro azione, i potentati continueranno a difendere i propri interessi come è sempre stato. Sono stato attaccato da destra e da sinistra perché non ho aperto la foresteria di Palazzo Chigi a quei notabili che l’hanno frequentata per anni. Questa è la premessa per definire un modus operandi e una prospettiva verso cui andare. Ora dobbiamo interrogarci su come superare questa legge elettorale e garantire un migliore funzionamento delle istituzioni. Sarebbe semplice assicurare una stabilizzazione degli esecutivi e la sfiducia costruttiva potrebbe essere uno strumento concreto per assicurare che non ci sia il protagonista di turno che si sveglia e crea una crisi al buio, come è successo. Una legge elettorale è assolutamente urgente. Alle forze di centrodestra dirò di metterci intorno a un tavolo per una legge elettorale che assicuri adeguata rappresentatività».

 

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