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Capigruppo, a sinistra scoppia la guerra degli strapuntini

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Nel Pd liti e veleni. Saranno due donne ma le sceglieranno i capicorrente, tutti uomini

Claudio Querques
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Dopo il partito di governo ecco il partito di lotta. Lotta per le poltrone, per ora. Per un posto da capogruppo o da questore, per la vice presidenza della Camera o del Senato, per uno strapuntino, per qualsiasi cosa offra di questi tempi il magro convento dell'opposizione. Il passaggio più delicato sarà eleggere chi guiderà il gruppo al Senato e alla Camera. Per un forma di risarcimento, per riequilibrare il genere dei parlamentari, il posto spetta alle donne. Su questo la direzione del Nazareno è stata chiara. Peccato però che a decidere chi dovrà indossare la fascia di capitano saranno ancora loro, gli uomini del Pd, i capi delle correnti. Si spartiranno anche le quote rosa. Un paradosso. È il nuovo corso del partito Democratico. La gestione dell'esercizio provvisorio Il segretario dimissionario che dovrebbe occuparsi solo degli «affari correnti» che invece resta al comando. Un ruolo di risulta ma pur sempre un ruolo che Enrico Letta a quanto pare non disdegna.

 

Da oggi si fa sul serio, si saprà chi guiderà a Palazzo Madama e a Montecitorio il gruppo dem. Si era deciso che vista la situazione sarebbero rimasti ai loro posti sia Debora Serracchiani che Simona Malpezzi.

Un atto dovuto: congelare lo status quo ante in vista della lunga e tormentata fase congressuale che si apre. Una soluzione che in un primo momento stava bene a tutti. Ma come vanno queste cose si sa. Malumori che ristagnano, nuovi appetiti che nascono, riposizionamenti, casematte da occupare prima di dare il via alla battaglia per la leadership. Ed ecco che si è fatta strada un'altra ipotesi sostenuta caldamente da Enrico Letta.

 

L'avvicendamento, il turn-over. Al posto della Serracchiani, ex presidente del Friuli -Venezia -Giulia, Anna Ascani, già sottosegretaria al ministero dello Sviluppo economico e, prima ancora, nello stesso ruolo, alla Pubblica istruzione. Brava a lasciarsi alle spalle il suo passato renziano, transitare dentro Base riformista e svoltare decisa verso Letta. Una manovra fatta con un certo stile e con il garbo che non le manca. Diverso il cammino di Valeria Valente, napoletana, avvocato, battuta da una anonima 5Stelle a Fuorigrotta ma ripescata nel plurinominale. In alternativa si fa strada anche il profilo più vintage della torinese Anna Rossomando, ex Pci, nella stessa lacrima di Occhetto alla Bolognina, già vice-presidente del Senato. Insomma si fa presto a dire addio alle correnti. È più facile che si sciolga la calotta polare o arrivi la siccità nella foresta pluviale. I giochi dei veti incrociati già sono partiti e non si sa come finirà. I dem si aspettano un vice presidente e un questore per ramo. Alla Camera l'indicazione di Alessandro Zan come anti-Fontana ha perso quota. «Contro un presidente "omofobo" un vice-presidente gay? Così ci siamo ridotti...»?, allarga le braccia un parlamentare dem chiedendo l'anonimato. Salgono invece per quella mezza poltrona le quotazioni di Nicola Zingaretti. Tutto si è complicato. Lo scontro Pd-Azione ha generato effetti collaterali «Se Pd e Cinque Stelle ci tengono fuori ci rivolgiamo al Capo dello Stato», ha messo in pratica la sua minaccia Matteo Renzi bussando al Colle.

 

Calenda ha già fatto sapere che in caso di quella che lui chiama «spartizione» il Terzo Polo non parteciperà alla votazione. E Francesco Boccia Pd ha risposto picche: «Con i numeri che hanno possono avere gli incarichi elettivi, una vicepresidenza è un po' troppo». Secondo alcuni il vero obiettivo di Renzi sarebbe un altro. C'è chi dice la presidenza della Commissione Covid, un suo chiodo fisso echi aggiunge anche la presidenza della Commissione bicamerale di Vigilanza Rai, un cadeau confezionato su misura per Maria Elena Boschi. Sì, ma a Calenda? Le nomine al Copasir e alla Vigilanza per il momento verranno stralciate. Se ne parlerà a tempo debito, quando verrà aperto il faldone su Viale Mazzini. A proposito: il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano è entrato a pieno titolo nel toto-ministri(Ricerca e Università?). Si era parlato anche di una sua promozione al Tg1 ma quella scrivania è blindatissima. Per chiarimenti rivolgersi a Monica Maggioni.

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