Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Polo progressista anti-Pd, la sinistra cerca i grillini per affondare i Dem

Esplora:

Dario Martini
  • a
  • a
  • a

Mentre il Pd ha appena intrapreso il tortuoso cammino che lo porterà a scegliere il nuovo segretario, le altre forze di opposizione si danno da fare per fargli il funerale. Esponenti di Articolo 1 (il partito guidato da Roberto Speranza sempre più contestato dalla base) e di Sinistra italiana, insieme a personalità della società civile, lanciano un’iniziativa per far nascere un nuovo «polo progressista» assieme al Movimento 5 Stelle.

L’obiettivo è approfittare dell’attuale crisi del Pd per far nascere una «rete di sinistra» che, in sinergia con il M5S, diventi l’unica depositaria dei valori riformisti e progressisti. Non a caso, le direttrici su cui si punta sono due: pacifismo e tutela dei lavoratori. Non è passata inosservata la presenza di Giuseppe Conte due giorni fa in piazza a Roma in occasione della manifestazione della Cgil. «La sicurezza sul lavoro sia la priorità della nuova legislatura. Serve un grande patto fra politica e parti sociali. Il M5s è pronto a fare la sua parte», ha detto il capo pentastellato. Ed è proprio lui il leader in pectore del nuovo polo progressista. Si legge nero su bianco nella lettera-appello, pubblicata da Il Fatto Quotidiano, e sottoscritta tra gli altri da Loredana De Petris, Stefano Fassina, Alfonso Pecoraro Scanio, Paolo Cento, Claudio Grassi, Eugenio Mazzarella, Pina Fasciani, Giuseppe Libutti, Paolo Borioni e Maurizio Brotini. Personalità che vengono dal Art. 1, da Sinistra italiana e dai Verdi. «Il 25 settembre, per la prima volta, centinaia di migliaia di donne e uomini di sinistra ed ecologisti hanno scelto la direttrice progressista del Movimento 5 stelle guidato da Giuseppe Conte - scrivono i promotori dell’iniziativa - Per rafforzarla, proponiamo di avviare un coordinamento tra donne e uomini della politica, della rappresentanza sociale, della cittadinanza attiva e della cultura, una rete nazionale e territoriale che, con autonomia politica e organizzativa, ma senza velleità di fondare l’ennesimo "partitino", si relazioni con il M5S e lavori alla costruzione delle condizioni per un rigenerato e credibile polo progressista». È già fissato il primo appuntamento: «Vi invitiamo a discuterne in un’assemblea nazionale, sabato 22 ottobre, dalle 9.30 alle 14.00, a Roma, alla Casa dell’Architettura (Acquario), alla quale interverrà anche il presidente Giuseppe Conte. Sarà l’occasione per sostenere la proposta, lanciata nei giorni scorsi, di una manifestazione nazionale per fermare l’escalation militare e negoziare la pace in Ucraina».

Intanto, il Pd sta a guardare. Ma c’è chi è consapevole dei rischi. «Io voglio che il Pd riapra un dialogo con i 5 stelle perché credo che non debba farsi superare dal M5S sui temi della pace, del lavoro, della lotta alla povertà e del superamento delle diseguaglianze». C’è anche chi ritiene che ormai il Pd abbia fatto il suo tempo. E che l’unica soluzione sia fare tabula rasa. Ne è convinto l’imprenditore ed editore Carlo De Benedetti: «Il Pd deve sciogliersi, per una ragione semplice, si è occupato di chi ha e non di chi non ha. Un partito progressista che tiene questa attitudine è destinato al fallimento, che giustamente ha avuto».
 

Dai blog