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Governo, dilemma Ronzulli alla Salute: "Perché Meloni dice no"

Christian Campigli
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Un nome diviso. Per motivi politici e personali. Sul quale la serenità del centrodestra, a pochi giorni dall'inizio della nuova legislatura, rischia di naufragare. Che il tema della contesa, tra Forza Italia e Fdi, sia rappresentato da Licia Ronzulli è ormai notizia certa ed acclarata. Riportata su tutti i quotidiani e, giustamente, mai smentita. Più controverse le ricostruzioni per risalire ai motivi di questo aut aut.

Tre le cause del grande rifiuto di Giorgia Meloni, che avrebbe mandato su tutte le furie Silvio Berlusconi. La senatrice milanese è, da sempre, una pro vax convinta. Pure troppo. Nessuno, soprattutto all'interno di Fdi, ha dimenticato le ospitate televisive della Ronzulli, nelle quali si schierava, con eccessivo vigore, con l'ipotesi dell'obbligo vaccinale. Affidarle il ministero della salute sarebbe un segnale preciso, antitetico a quello che la leader di Fratelli d'Italia vuol mandare al proprio elettorato: la gestione della pandemia, quella voluta da Roberto Speranza, è finita. E con essa green pass, obblighi e restrizioni. Troppo forte il rischio che Ronzulli possa voler impostare in modo più prudente il prossimo inverno.

Oggi la priorità sono le imprese e il lavoro da salvare. Nuove limitazioni al turismo, al commercio e alla libera circolazione delle persone non sono, nemmeno lontanamente, contemplate. Va inoltre ricordato come Giorgia Meloni non abbia ancora scartato l'ipotesi di inserire il nome di un tecnico (un medico, uno scienziato), nella casella del dicastero della salute.

In realtà esiste un terzo punto, che ha portato a questa situazione di stallo. “Le due donne non si amano, anzi – ci racconta un esponente parlamentare di Fdi – C'è proprio una forte antipatia reciproca”. Un cul de sac che dovrà essere risolto nelle prossime quarantotto ore: la sinistra è già tornata a battere sui tamburi del “centrodestra diviso e litigioso”. Una ricostruzione parziale, che dovrà essere silenziata con la futura lista dei ministri. Da presentare, al massimo entro una settimana, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

 

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