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Meloni smonta le piazze rosse: “La sinistra attacca il governo che ancora non c'è”

Dario Martini
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La nuova frontiera della sinistra è manifestare contro un governo che ancora non c'è. I politici sconfitti alle elezioni gridano all'allarme democratico, ai diritti messi in discussione e, da ultimo, al lavoro che non sarebbe sufficientemente tutelato. Così, ieri mattina, Giorgia Meloni ha deciso di sfogarsi su Facebook: «Stiamo vivendo un paradosso. La sinistra - attualmente al governo - scende in piazza contro "le politiche del governo Meloni" non ancora formato. Comprendo la voglia di protestare dopo anni di esecutivi inconcludenti che ci hanno condotto nell'attuale disastrosa situazione, ma il nostro obiettivo sarà restituire futuro, visione e grandezza all'Italia. A breve volteremo finalmente pagina», ha scritto la premier in pectore. Le proteste di piazza sono scattate subito dopo il voto. E non accennano a fermarsi. Anzi, aumentano d'intensità. A muoversi per primi sono stati i gruppi studenteschi di sinistra, a cui si sono subito accodati i politici che ora saranno costretti a fare opposizione. In alcuni casi, a dire il vero, qualcuno è stato duramente contestato, come è accaduto a Laura Boldrini durante una manifestazione in difesa dell'aborto a Roma. Ieri si è tenuto il corteo della Cgil in occasione dell'anniversario dell'assalto di Forza Nuova alla sede di Corso Italia. Una manifestazione - è bene precisarlo - indetta prima delle elezioni. Voluta dal segretario del sindacato, Maurizio Landini, per rimettere il lavoro al centro del dibattito politico.

 

 

Almeno lui si è dissociato dall'abitudine di criticare a prescindere: «Aspettiamo, i governi si giudicano da ciò che fanno», ha detto. Ma non tutti sono d'accordo. Per Andrea Orlando, ministro uscente e vicesegretario del Pd, «Meloni non ha ascoltato la parola d'ordine di oggi della Cgil, che chiede di proseguire con un metodo basato su confronto e dialogo sociale, come avviene nelle democrazie». Anche Susanna Camusso, ex leader della Cgil e neo eletta al Senato con il Pd, punta il dito contro la presidente di FdI: «Invece di interrogarsi sul passato dovrebbe cominciare a chiedersi che risposte dare sulle questioni al centro delle richieste». In piazza ieri c'era pure il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni: «Giorgia Meloni non ha capito: questa piazza chiede diritti, lavoro, pace, quello di cui questo Paese ha disperatamente bisogno. Dovrebbe preoccuparsi, invece di polemizzare con questa piazza prima ancora di avere il ruolo a cui aspira, di organizzare una politica in grado di dare risposte».

 

 

Insomma, tutti contro Meloni, nonostante il capo dello Stato non abbia ancora affidato l'incarico di formare il governo. Eppure, nell'intervento su Facebook della leader di FdI non c'è alcun accenno alla Cgil. E neanche avrebbe potuto esserci, dal momento che quando lo ha scritto il corteo non era ancora iniziato. Tanto che, nel pomeriggio, l'ufficio stampa di FdI è stato costretto a precisare: «Non c'è alcuna relazione tra il post pubblicato su Facebook da Giorgia Meloni e la manifestazione della Cgil a Roma, che a quanto risulta non è stata organizzata per protestare contro Meloni. Il post del presidente di FdI si riferisce, infatti, alle manifestazioni organizzate nei giorni scorsi in varie città italiane, in cui tra le altre cose sono state bruciate in piazza delle immagini di Meloni».

 

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