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Elezioni 2022, Meloni sbugiarda la sinistra: "Difendo la vita e le donne"

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Un'intervista a tutto tondo per raccontare Giorgia Meloni a pochi giorni dalle elezioni del 25 settembre. Sulle colonne del quotidiano Libero la leader di Fratelli spiega i suoi obiettivi se dovesse arrivare al governo e smentisce le accuse degli avversari. Meloni sarebbe orgogliosa di essere la prima donna premier d'Italia ma è consapevole che "le elezioni non si vincono con i sondaggi perché che prima vanno conquistati con i voti. L'elezione di una donna premier romperebbe finalmente quel 'tetto di cristallo' che tiene ancora le donne lontane da sufficienti ruoli di responsabilità, nella vita professionale come nella politica" spiega a Libero. 

Nella lunga intervista Meloni si appella agli italiani che domenica avranno finalmente "la grande opportunità di cambiare, di porre fine alla stagione dei tecnici, delle maggioranze arcobaleno e del Pd al governo senza vincere le elezioni. È tempo di un governo forte e coeso, afferma la leader, che porti l'Italia fuori dalla crisi e tracci la rotta per un futuro di sviluppo e di crescita". Poi l'ennesima rassicurazione sulla linea di Fratelli d'Italia sul delicato tema dell'aborto: "Ho ripetuto in tutte le lingue che non abbiamo intenzione di modificare la legge 194 ma che vogliamo applicarla tutta, a partire dalla parte sulla prevenzione, istituendo tra le altre cose anche un fondo per aiutare le donne sole e in difficoltà economica a portare a termine la gravidanza, se vogliono farlo. Questo significa battersi per l'autodeterminazione delle donne. A questo vogliamo affiancare un piano di sostegno alla maternità e alla famiglia. Nessun diritto negato, anzi opportunità in più per provare a salvare una vita. Non togliere diritti, ma aggiungerne" ribadisce Meloni. Ma oltre all'aborto la leader di fratelli d'Italia racconta la sua ricetta contro la povertà: "vogliamo aumentare il sostegno per chi non può lavorare o è in condizioni di fragilità.  Ma chi è in grado di lavorare deve essere aiutato a trovare un'occupazione, perché chi conosce la povertà sa che l'unico modo per superarla è sconfiggere le cause di quella povertà. Con il lavoro. E questo si può fare dando a queste persone una formazione di qualità e politiche attive efficaci, utilizzando le risorse a disposizione del Fondo sociale europeo. Noi vogliamo partire dalle tasse sul lavoro, con un taglio strutturale del cuneo. Questo permetterebbe di mettere più soldi in tasca ai lavoratori, aumentare i salari e dare respiro alle imprese. Immaginiamo anche una riforma dell'Irpef con la progressiva introduzione del quoziente familiare, l'estensione della tassa piatta per le partite Iva fino a 100mila euro di fatturato e nella flat tax sull'incremento di reddito rispetto alle annualità precedenti. Un incentivo, questo, a lavorare di più e a premiare chi lo fa" spiega Meloni.

Per quanto riguarda l'alleanza del centrodestra Meloni sottolinea come sia unita e compatta, sancita dal programma comune sottoscritto tra i leader in campagna elettorale: "La nostra collocazione europea e occidentale è al primo punto. Vogliamo mettere al riparo famiglia e imprese dal caro bollette, ridurre le tasse e rilanciare la crescita realizzare il presidenzialismo e l'autonomia regionale, sostenere la famiglia e la natalità, assicurare ai giovani una formazione di qualità e un lavoro vero, premiare le imprese che creano maggiore occupazione". E sul tema del caro bollette la leader preme sulla necessità del di mettere un tetto al prezzo del gas "Noi pensiamo che già il governo Draghi, senza aspettare l'Ue, potrebbe decidere il disaccoppiamento tra il costo del gas e quello dell'elettricità. Secondo i nostri calcoli costerebbe 3-4 miliardi e avrebbe un beneficio immediato sulle bollette. Mi aspetto che tutti i partiti, a partire da quelli della sua ex maggioranza, diano il loro assenso in modo da non perdere altro tempo". Poi la strigliata all'Ue che dovrebbe occuparsi delle grandi materie di interesse strategico, dalla politica estera alla difesa e il chiarimento definitivo sulla posizione sull'Ungheria, al centro di recenti polemiche: "Siamo nel pieno di una guerra, l'Ungheria è uno Stato democratico, membro della Nato, in questi mesi ha accolto centinaia di migliaia di profughi ucraini e ancora pochi giorni fa ha votato insieme a tutti i rappresentanti occidentali per consentire al presidente ucraino di intervenire all'Onu. Non mi pare intelligente, dal punto di vista geopolitico, continuare a spingerla nelle braccia di Putin. E non sono la sola a dirlo, come dimostra la presa di posizione del Dipartimento di Stato americano. Non è tempo di andare dietro alle vendette politiche della sinistra europea che non accetta le scelte di Orbàn su immigrazione e famiglia. Io sono quella che durante la pandemia più si è battuta contro discriminazioni e restrizioni arbitrarie, può immaginare quanto sia serio per me il tema dello stato di diritto ma proprio per questo non deve essere usato come una clava contro gli avversari politici" continua la leader. Poi l'affondo al Pd e alla sinistra che se arrivasse "al potere sarebbe il colpo di grazia per l'italia". Giorgia Meloni accusa gli avversari dem di aver fatto peggiorare tutti i dati macroeconomici in questi 10 anni al governo senza essere stati votati: "Non credo nelle maggioranze arcobaleno. Al contrario di Letta, che dice di aver fatto un accordo elettorale e non un accordo di governo con la sinistra radicale, noi abbiamo fatto un accordo per governare. Sono convinta che avremo una maggioranza solida e tutti rispetteranno questo accordo. E l'unica certezza di non avere ancora maggioranze innaturali e governi creati in laboratorio è votare FdI" conclude. 



 

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