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Draghi all'Onu: nuove violazioni di Putin da condannare, avanti con le sanzioni

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Un messaggio all’Unione europea a non arretrare sulla Russia (anche con il tetto al prezzo del gas), uno di sostegno «senza indugi» al presidente ucraino Volodymyr Zelensky, uno di rassicurazione in vista delle elezioni di domenica, «anche nei prossimi anni l’Italia resterà protagonista in Ue e nella Nato», e uno al presidente russo Vladimir Putin: i quattro referendum d’indipendenza nella regione del Donbass sono «un’ulteriore violazione del diritto internazionale che condanniamo con fermezza». Quando ormai sono le nove di sera, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha pronunciato il suo ultimo discorso da premier alle Nazioni unite. La giornata di interventi, che ha aperto la 77esima Assemblea generale, era stata aperta dal messaggio del presidente brasiliano Jair Bolsonaro, che è stato soprattutto un messaggio elettorale a pochi giorni dal voto in Brasile. Quello di Draghi, che arriva a cinque giorni dalle elezioni politiche, è stato un discorso con l’obiettivo di mostrare fermezza nella posizione nei confronti della Russia.

 

«Le responsabilità del conflitto sono chiare - ha detto - e di una parte sola». «Ma è nostra responsabilità collettiva - ha aggiunto - trovare risposte a questi problemi con urgenza, determinazione, efficacia. Non possiamo dividerci tra nord e sud del mondo. Dobbiamo agire insieme e riscoprire il valore del multilateralismo che si celebra in quest’aula». 

 

Draghi ha difeso l’impegno a favore dell’Ucraina, definita «l’unica scelta coerente», difeso l’«eroica controffensiva che ha permesso all’Ucraina di recuperare migliaia di chilometri quadrati di territorio a partire da Kharkiv, e costretto l’esercito russo a ripiegare». La Russia, il «cui piano era conquistare Kiev in poche settimane», è finita nell’imbuto di un «conflitto più lungo e logorante, grazie anche - ha sottolineato il premier italiano - alla nostra assistenza militare».

Da ex presidente della Banca centrale europea, Draghi ha riservato anche un pensiero da economista alle sanzioni prese nei confronti della Russia dalle istituzioni finanziarie. «Le sanzioni che abbiamo imposto a Mosca - ha ricordato - hanno avuto un effetto dirompente sulla macchina bellica russa, sulla sua economia. Il Fondo monetario internazionale prevede che l’economia russa si contragga quest’anno e il prossimo di circa il 10 per cento in totale, a fronte di una crescita intorno al 5 per cento ipotizzata prima della guerra». L’impatto delle misure, ha aggiunto, «è destinato a crescere col tempo, anche perché alcune di esse entreranno in vigore solo nei prossimi mesi». E qui, nell’intervento di Draghi, è tornato il richiamo all’Europa: «l’unità - ha spiegato - è stata determinante per imporre costi durissimi alla Russia» che ha usato il gas come «arma di ricatto». «A oggi - ha continuato Draghi - abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo e contiamo di diventarne completamente indipendenti dal 2024». Tuttavia bisogna fare di più. Soprattutto «l’Europa deve fare di più», «deve sostenere i Paesi che a loro volta sostengono Kiev», «deve imporre un tetto al prezzo delle importazioni di gas».

 

Anche perchè - ha richiamato Draghi - è essenziale preservare la coesione sociale. «L’aumento del costo dell’energia mette a rischio la ripresa economica, limita il potere d’acquisto delle famiglie, danneggia la capacità produttiva delle imprese, può fiaccare l’impegno dei nostri Paesi per l’Ucraina». L’Unione europea, ha ricordato, «è destinata a guardare sempre più verso Sud e l’Italia vuole essere un ponte verso la sponda meridionale del Mediterraneo, verso tutto il Continente africano». Ma ha voluto anche rassicurare, conoscio delle possibili preoccupazioni degli alleati per i cambiamenti attesi dopo il voto, che «anche nei prossimi anni, l’Italia continuerà a essere protagonista della vita europea, vicina agli alleati della Nato, aperta all’ascolto e al dialogo, determinata a contribuire alla pace e alla sicurezza internazionale». Sull’immigrazione, il messaggio di Draghi (all’Onu ma si può leggere anche all’Italia stessa) è quello che richiama l’approccio umanitario: «L’Italia è ben consapevole che le migrazioni sono un fenomeno globale, e così va affrontato. Dobbiamo avere un approccio responsabile, umano, condiviso». Il messaggio del Draghi premier al Palazzo di Vetro si chiude qui. L’applauso dell’aula è anche quello di un congedo. 

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