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Cosa farà Letta se Meloni vince le elezioni. La "promessa" a Minzolini

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Nell'intervista al segretario del Pd, Enrico Letta, il direttore del Giornale, Augusto Minzolini, fa una premessa che è anche un auspicio: con il leader dem "siamo su due pianeti diversi. Eppure ha un senso sapere perché ha radicalizzato molto la campagna elettorale, perché ha ritirato fuori dal cassetto i fantasmi del passato, perché è convinto che Renzi non sia un uomo di parola. Il lato positivo, però, è uno solo ed è nell'ultima domanda", rivela il direttore. "Gli chiedi se riconoscerà la vittoria dell'avversario senza puntare alla sua delegittimazione nel Paese e a livello internazionale: 'Chi vince governa, è la democrazia dell'alternanza'. Speriamo che non siano solo parole", spiega Minzolini che nella lunga intervista affronta molti temi, tra cui gli attacchi della sinistra a Giorgia Meloni e il pericolo autoritario dietro l'angolo se al governo andrà il centrodestra.

 

"Ogni episodio di violenza e ogni minaccia vanno condannati con forza. È stato fatto. Mi sembra pleonastico doverlo rimarcare. Rilevo che il vittimismo della destra si conferma un leit motiv delle campagne elettorali. In questa ha assunto tinte un po' più esasperate del solito, ma ci abbiamo fatto l'abitudine. Alle letture false invece no, non ci abituiamo. Nessuno nel Pd ha speculato sul fascismo", afferma Letta. 

 

Minzolini ricorda come il cancelliere Olaf Scholz ha parlato di pericolo post-fascista se vincesse Meloni, e come il famoso dossier dei servizi segreti americani sui finanziamenti di Putin alla fine si è rivelato una bolla di sapone. "Io da Scholz, che è espressione di un partito alleato del Pd, sono andato per parlare anche dei nostri interessi nazionali, per fare fronte comune e arrivare al più presto a una soluzione comune europea sul caro-energia. Con il rischio ingerenze estere c'entra davvero poco. Di esse hanno parlato peraltro il Parlamento europeo mesi fa e da ultimo, con toni straordinariamente netti, il presidente del Consiglio, Mario Draghi. E in materia ci si riferisce non a legittimi giudizi di leader politici di altri Paesi, ma ai tentativi di condizionamento messi in atto da anni dal regime russo ai danni delle democrazie europee, Italia in testa. Metterli sullo stesso piano è molto grave. A meno che non si ritengano Scholz e Putin alla stessa stregua", afferma il segretario dem.

 

 

Sui diritti Letta afferma che "se vince il centrosinistra Meloni può continuare a gestire la sua vita di madre, donna, cattolica, italiana come meglio crede. Se vince la destra e chi dice Dio, patria e famiglia, il rischio è veder contratti i diritti individuali, a partire da quelli delle donne. Basta guardare cosa accade nelle Marche sulla 194". Dicevamo dell'ultima domanda. "Chi perderà le elezioni riconoscerà la vittoria dell'avversario, come avviene in ogni democrazia? O comincerà un'opera di delegittimazione interna e internazionale, anche sui mercati, per far saltare l'equilibrio uscito dalle urne? È successo in altre occasioni ed è stata una delle cause della rovina di questo Paese..." chiede Minzolini. "Una delle pochissime cose che ci uniscono, con Giorgia Meloni, al di là del rispetto e della cortesia che ci si riserva tra avversari, è una visione bipolare della contesa politica. Destra e sinistra. Conservatori e progressisti. Chi vince governa. E io non ho alcuna intenzione di mettere in discussione la democrazia dell'alternanza", è il proposito del segretario del Pd. 
 

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