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Quarta Repubblica, Meloni inchioda Draghi: “Non europeista”. Smacco alla sinistra

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Giorgia Meloni dice tutto a Quarta Repubblica. L’edizione del 19 settembre del talk show del lunedì di Rete4 condotto da Nicola Porro vede la presenza della leader di Fratelli d’Italia, che viene subito interrogata sul fatto se si sente pronta a fare il premier o è ancora in clima di campagna elettorale: “Metà e metà. Ci lavoro, perché sono puntigliosa e non mi piace improvvisare. Poi ovviamente sono immersa in campagna elettorale, ma sicuramente la storia di FdI è di un partito che non voleva fare testimonianza. Governo di larghe intese? No. Penso che sia un tema che non si porrà. Sono ottimista sul fatto che il centrodestra avrà una maggioranza che gli consentirà di governare senza ricorrere ad alleanze diverse. Mercati? Penso che attenderanno di vedere la legge di bilancio, e credo che se vinceremo ci presenteremo con una legge di bilancio seria, e parleremo di crescita”.

 

 

Porro chiede poi conto a Meloni delle parole del presidente del Consiglio sui ‘partner che contano di più in Europa’: “Quella di Mario Draghi non è una dichiarazione europeista. Viviamo in una realtà, l’Unione europea, nella quale i paesi hanno tecnicamente tutti gli stessi diritti. Attualmente ci sono 27 paesi, se tu dici che sei amico di 2 stati, gli altri 24 come la prendono? Questa idea di un’Europa di serie A e di serie B non è proprio europeista. Io ho una lettura del’Europa che è quella di Giovanni Paolo II, che diceva ‘L’Europa respira con due polmoni, uno a occidente e uno a oriente’. L’idea di un’Europa in cui, tipo circolo del tennis, c’è un club di quelli più importanti e gli altri sono un po’ secondari, non mi pare molto europeista”.

 

 

Altra tematica è il confronto con la coalizione di sinistra guidata da Enrico Letta: “Una lettura europeista consiste nel partire dagli interessi nazionali, per cercare soluzioni comuni, che è quello che l’Italia non ha fatto. L’Italia ha fatto quello che abbiamo visto fare oggi da Letta e altri, cedere, barattare in alcuni casi il sostegno di alcuni partiti esteri con l’interesse nazionale degli italiani. Vorrei chiedere a Letta se oggi è andato in Germania per ottenere il tetto al prezzo del gas, visto che quello è il principale Paese che si sta opponendo per interessi nazionali. Ci può dire se ha ottenuto il tetto al prezzo del gas? Perché l’alternativa è che sia andato a farsi dire quanto è bravo per ottenere il silenzio italiano sul mancato tetto al prezzo del gas. Quindi vorrei sapere se a lui basta sentirsi dire quanto è bravo e preferisce il suo destino a quello di tanti italiani. Credo - prosegue Meloni sugli attacchi ricevuti dalla Germania - che la sinistra italiana stia aizzando queste dichiarazioni dall’inizio della campagna elettorale, perché loro sono convinti che non gli serva avere il consenso degli italiani e preferiscono la protezione di alcuni poteri stranieri. Vanno in giro a chiedere protezioni. Quello che fa oggi Letta è andare a trovare i tedeschi e farsi dire, ‘sarebbe bene che vincesse Letta e non Meloni’. Io il consenso lo chiedo agli italiani”.

“Se guardiamo i dati macroeconomici di dieci anni fa e guardiamo i dati macroeconomici di oggi, l’Italia oggi è fanalino di coda in tutti i principali indicatori grazie alla sinistra, che governa da dieci anni senza vincere le elezioni” l’affondo finale sul Pd.

 

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