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Crisi energetica e caro bollette, i Migliori sono all'estero: gli altri Paesi sono già intervenuti

Dario Martini
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Mentre il governo italiano, quello dei «migliori» per intenderci, continua a temporeggiare, gli altri Paesi europei sono già passati all'azione contro il caro bollette. Fa un certo effetto leggere la nota di Palazzo Chigi con cui si informa che il ministro dell'Economia, Daniele Franco, è riuscito a mettere sul piatto 6,2 miliardi di euro di «maggiori entrate» che andranno a finanziare il nuovo decreto Aiuti.

 

Nello stesso giorno, il Regno Unito vara un maxi-piano da 150 miliardi di sterline nei prossimi due anni, pari a 180 miliardi di euro. La Germania pochi giorni fa ha stanziato 65 miliardi. La Francia ha prolungato sino a fine anno la soglia del 4% agli aumenti dell'energia elettrica. E la Spagna continua a garantire tariffe più basse ai suoi cittadini grazie al tetto al prezzo del gas.

Per dovere di cronaca, bisogna sottolineare che tutti questi governi sono nella pienezza delle loro funzioni, mentre quello presieduto da Mario Draghi è in carica solo per l'ordinaria amministrazione. È anche vero, però, che il 21 luglio scorso il capo dello Stato, Sergio Mattarella, mise in chiaro che il presidente del Consiglio avrebbe continuato ad esercitare pieni poteri di fronte a quattro emergenze nazionali: Pnrr, pandemia, guerra in Ucraina e, appunto, inflazione trainata dai rincari energetici. Eppure, prende tempo.

REGNO UNITO
Liz Truss è premier solo da due giorni, ma interviene lo stesso con il maxi-piano da 150 miliardi di sterline. «È l'ora di essere audaci», spiega. La montagna di risorse serve a introdurre un tetto massimo alle bollette pari a 2.500 sterline l'anno (quasi 2.900 euro). Gli inglesi, quindi, già adesso hanno la certezza che non spenderanno di più di questa cifra.

 

In questo modo verrà evitato il temuto balzo dell'80% previsto per ottobre che minacciava le finanze di milioni di famiglie e di imprese. La misura corrisponde a un risparmio di circa 1.000 sterline all'anno rispetto agli aumenti di prezzo previsti. Il provvedimento si aggiunge al bonus da 400 sterline a famiglia già erogato dal governo su iniziativa dell'ex Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak. Inoltre, i prezzi dell'energia verranno congelati per le imprese per sei mesi. Contestualmente partiranno più di cento esplorazioni di gas e petrolio nel Mare del Nord e verrà cancellato il divieto del "fracking", la tecnica di estrazione considerata inquinante.

GERMANIA
Il piano tedesco non raggiunge le cifre di quello britannico, ma non è comunque meno ambizioso. I 65 miliardi previsti dal governo di Berlino permetteranno di distribuire un «voucher energetico» da 300 euro a milioni di pensionati. Altri 200 euro andranno a studenti e tirocinanti. Il prezzo dell'elettricità sarà calmierato fino ad una certa soglia. Saranno tassati gli extraprofitti delle compagnie energetiche, con un incasso iniziale di 2 miliardi.

 

Verrà rinnovato il biglietto «vantaggioso» per l'utilizzo dei trasporti. E saranno aumentati di 18 euro gli assegni familiari. Il cancelliere Sholz promette che il piano di aiuti sarà «massiccio», in grado di aiutare concretamente le famiglie tedesche.

FRANCIA
A gennaio scorso Parigi ha fissato un tetto del 4% agli aumenti delle bollette elettriche. A fine agosto il ministro dell'Economia, Bruno Le Marie, ha garantito che la «tariffa regolata» resterà in vigore per tutto il 2022. E ha preso l'impegno di estenderla anche al gas. Intanto, tre giorni fa Emmanuel Macron e Olaf Scholz hanno siglato un patto di «solidarietà energetica» che garantirà l'aiuto reciproco in caso di necessità. L'accordo prevede che la Francia fornirà gas alla Germania, che a sua volta ricambierà il favore fornendo elettricità.

SPAGNA
La chiamano «eccezione iberica». È la deroga alle regole Ue che Madrid è riuscita a strappare a Bruxelles. Da giugno scorso applica un tetto al prezzo del gas che ha permesso alle famiglie spagnole di risparmiare tra il 10 e il 35% in bolletta. Non soddisfatto, a inizio settembre il governo Sanchez ha ridotto l'Iva sul metano dal 21 al 5%. Misura in vigore anche in Italia. 

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