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Roberto Cingolani, il piano B "in caso di catastrofe" del gas. "Non prendiamo ordini da Mosca"

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Continua la guerra sul gas. Dopo il duro attacco di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, che ha definito il piano italiano del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani per ridurre la dipendenza dalla Russia “imposto a Roma da Bruxelles, che agisce su ordini di Washington” è arrivata la replica del ministro. "È un attacco che rivela una mentalità totalitaria. Noi non prendiamo ordini da nessuno. L'Italia è un Paese libero, democratico e collabora con la Ue per fare fronte comune anche sui problemi energetici" spiega Cingolani al Corriere della Sera.

 

Mentre la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, prevede che "gli italiani dovranno soffrire", Cingolani afferma che i russi  stanno dando grande sofferenza ai loro cittadini russi, "mentre noi non daremo grande sofferenza ai nostri. In pochi mesi, con una operazione ampia di differenziazione delle sorgenti, abbiamo dimezzato la dipendenza dal gas russo. E grazie al nostro programma la dimezzeremo ulteriormente".

 

Se Putin chiuderà del tutto i rubinetti, i razionamenti saranno inevitabili? "Non li chiuderà all'improvviso - risponde il ministro - Da tempo il Nord Stream va a singhiozzo, causando per noi una piccola riduzione di flussi, intorno ai 10, forse 15 milioni di metri cubi al giorno (...). In caso di catastrofe si potrà pensare di abbassare la temperatura dei termosifoni di due gradi e accorciare i riscaldamenti di un mese, invece di due settimane. Per ora abbiamo tenuto fuori dai sacrifici la parte industriale, ma se dovesse servire coinvolgeremo le aziende", spiega Cingolani secondo cui risparmieremo circa otto-nove miliardi di metri cubi di gas.

 

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