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"Proposta seria", prove di terzo polo tra Carlo Calenda e Matteo Renzi. Colpo di grazia al Pd

Christian Campigli
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Da marginale a perno dell'intero scacchiere politico. La (possibile) creazione del terzo polo rischia di travolgere sondaggi e previsioni. E di togliere al Partito Democratico le misere, residue speranze di contendere il successo finale del 25 settembre al centro destra.

 

Carlo Calenda e Matteo Renzi sono al centro dell'agenda politica di questi giorni. Dopo che il leader di Azione ha sbattuto in faccia la porta a Enrico Letta, le chances di creare una coalizione di centro si sono moltiplicate. "Il problema con Matteo Renzi è se si trova una quadra sui temi. Penso che si possa fare, perché ci sono delle differenze ma non tantissime, e sulla modalità di condotta della campagna elettorale. Non vorrei una campagna elettorale che attacca ogni giorno il Pd e gli altri definendoli fascisti, perché non lo sono. Ci parleremo in questi giorni e cercheremo di offrire all’Italia qualcosa che sia serio e netto". Parole nette, quelle pronunciate da Carlo Calenda, ospite della trasmissione Morning news su Canale 5 e riportate dall'agenzia di stampa AdnKronos. 

 

"Ieri il Parlamento europeo, secondo quanto previsto dalla legge italiana, ha mandato al Viminale la certificazione che sono stato eletto con una lista che era Pd-Siamo europei, una lista composita. Azione è la stessa associazione di Siamo europei, quindi l'esenzione dalla raccolta delle firme è piena a norma di legge". Il vero problema, al di là dei programmi, è la difficile convivenza tra due prime donne. Due leader che, sotto sotto, sperano nel fallimento del populismo e nella creazione di un'area di moderati social democratici. Nella quale inglobare i residui di Forza Italia e della Lega governista (quella di Zaia e Fedriga, per intendersi).

 

Ma, come si suol dire, se vi sono due galli in un pollaio, significa che ve ne è uno di troppo. "Giorgia Meloni premier ha un grande problema: intanto una mancanza di esperienza molto significativa che la porterebbe ad essere impreparate per questa carica. La seconda: non penso sia fascista, ma non ha detto mai una parola definitiva su questo. Attenta Giorgia, perché i Primi ministri francese e tedesco, se tu non sei chiara su questo punto, non ti stringono neanche la mano. Rischiamo di andare a finire nella serie C dell'Europa dalla serie A e questo sarebbe gravissimo". 

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