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Crisi M5S sul doppio mandato. Giallo sull'uscita di Beppe Grillo dopo le promesse di Giuseppe Conte

Angela Barbieri
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Movimento 5 Stelle sempre più in difficoltà sul doppio mandato. Non è un mistero che Beppe Grillo non voglia assolutamente derogare alla regola interna che vieta ai parlamentari di farsi eleggere per più di due legislature. E non è un mistero che diversi deputati e senatori stiano facendo fuoco e fiamme per abolire questo principio e potersi così ricandidare il 25 settembre. Il capo politico, Giuseppe Conte, a differenza del garante, non è contrario alla deroga. «In una situazione complicata come quella attuale, siamo in una fase in cui alcune esperienze tornerebbero utili e gioverebbero molto al Movimento», ha detto due giorni fa. Ieri, invece, è scoppiato il caos. Tutto è iniziato quando l'AdnKronos ha fatto uscire la notizia secondo cui Grillo avrebbe lanciato un aut aut a Conte, minacciando, in una telefonata avuta nella serata di martedì, di abbandonare la nave se una delle regole auree del Movimento verrà aggirata: «Se deroghi al secondo mandato dovrai fare a meno di me, lascio il Movimento 5 Stelle», l'affondo del fondatore e garante. La posizione del fondatore e padre nobile del Movimento resterebbe granitica, contrario anche alla micro-deroga, caldeggiata dall'ex premier, che salverebbe appena 4-5 fedelissimi.

 

 

Conte, stando alle voci interne del Movimento, non avrebbe nessuna intenzione di andare allo scontro con Grillo, ecco perché le possibilità di arrivare a una "eccezione" sarebbero ridotte al lumicino, mentre sale lo sconforto dei parlamentari con due mandati alle spalle. «Il simbolo è di Grillo, anche se Conte dovesse decidere di rompere -e non lo farebbe mai- andremmo a sbattere. È Grillo che ci lascia senza M5S, non il contrario», ragiona un big pentastellato. Dopo qualche ora, per, è arrivata la smentita di Conte: «Tra me e Beppe Grillo non c'è stata nessuna telefonata ieri sera. Smentisco categoricamente tutte le indiscrezioni in merito a un suo aut aut su questioni interne al Movimento. Abbiamo di fronte una grande battaglia da combattere tutti insieme per il Paese, guardiamo uniti nella stessa direzione». Poco dopo è stata anche la volta del garante, che ha fatto filtrare a LaPresse la sua posizione da alcune fonti parlamentari a lui vicine. Grillo sarebbe «infuriato» con coloro «che diffondono fake news e brigano per ottenere una modifica della regola dei due mandati», che «farebbe esplodere il Movimento».

 

 

Chi lo ha sentito ieri racconta che «non ha alcuna intenzione di lasciare il M5S» qualora ci fossero deroghe a una delle regole auree dei cinque stelle: «Beppe non lascia, semmai è lui che invita gli altri a lasciare il Movimento, cioè quelli che non credono nei suoi valori». Tra questi il garante non annovera il leader del M5S Giuseppe Conte, con il quale invece «non ci sono scontri» e starebbe lavorando «di comune accordo» per individuare «la soluzione migliore», riferiscono le stesse fonti. Ma ormai sulla regola del doppio mandato è scontro aperto. «L'importante è che Conte decida», spiega un big grillino all'Agi. Perché a poche settimane dalla presentazione delle liste il nodo resta. Grillo - spiega chi conosce bene il fondatore del Movimento - è capace di togliere il simbolo a M5S. Al di là delle schermaglie dietro le quinte tra i gruppi parlamentari c'è disorientamento.

 

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