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Giuseppe Conte il "latitante". Apre la la crisi e va in vacanza sul Gargano

Carlantonio Solimene
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«Ma dov’è finito Giuseppe Conte?». Se lo chiedevano in tanti, mercoledì scorso, quando il governo Draghi esalava gli ultimi respiri in Senato e il capo del Movimento 5 stelle, colui che aveva aperto la crisi sei giorni prima, aveva fatto perdere le sue tracce. Tutti parlavano, tutti dichiaravano, tutti prendevano posizione. Tranne uno, Giuseppi. Che rispuntò solo a sera inoltrata, a «buoi già scappati». E solo per provare ad addebitare ad altri la paternità del macello.

Poi è partito il countdown verso le elezioni e nuovamente è sorto un dubbio: Letta convoca la direzione del Pd, Calenda si sbraccia in conferenza stampa, il centrodestra si incontra alla Camera, Salvini è già a Lampedusa per la campagna elettorale. E Conte? Beh, da ieri c’è una risposta: l’ex premier dell’autocertificazione e degli «affetti stabili» se ne sta placidamente nei mari della Puglia. Per la precisione nella sua casa di San Giovanni Rotondo, sul Gargano. A raccontare qualche dettaglio in più è l’edizione di Bari de «La Repubblica». «Lunedì 25 luglio - si legge - Conte si è concesso una partita a calcio tra vecchi amici. Top secret la location. Ad amici e conoscenti, che hanno diviso con lui il rettangolo di gioco, è stato imposto il divieto di scattare foto e di divulgare informazioni». Peccato che l’operazione riservatezza sia stata mandata in fumo dall’agguerrito quotidiano locale «l’Attacco.it», che domenica pomeriggio ha fotografato l’ex premier in ritorno da una gita in barca al porto di Mattinata. Maglietta e costume, borsone con inserti in pelle e asciugamano d’ordinanza.

Possibile che Conte si sia concesso una settimana di vacanza (fino al 30 luglio, pare) proprio mentre la giostra politica è impazzita? Possibile, sì. Eppure ne avrebbe di questioni da affrontare, il leader grillino. Dal nodo del tetto dei due mandati alla questione delle alleanze. Dopo il gran rifiuto del Pd, si dice che Conte voglia creare un cartello di sinistra per diventare il «Mélenchon italiano». Di certo, foto in barca del leader della France Insoumise non se ne trovano.

A meno che la decisione dell’ex premier di «staccare» dai palazzi romani non abbia un secondo fine: saggiare il proprio consenso nella circoscrizione elettorale foggiana, nella quale dovrebbe candidarsi per un posto nell’uninominale. Il M5S è allo sbando, ma a Giuseppi preme garantire prima di tutto il proprio futuro. E questa, in fondo, non è che sia una novità.

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