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Draghi ordina il doppio dei caffè di Conte. Maxi-scorta di cialde per il prossimo premier

Dario Martini
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Il premier Mario Draghi ha ordinato 60.600 cialde di caffè per un anno, per una spesa di 25.096 euro. Lo ha fatto quando non aveva ancora presentato le dimissioni e Giuseppe Conte non aveva ancora maturato la decisione di togliergli la fiducia. Fatto sta che adesso tutto quel caffè potrà gustarselo il nuovo presidente del Consiglio indicato dai partiti vincitori delle elezioni del 25 settembre.

L'acquisto della maxi-fornitura risale al 30 giugno. Due settimane prima il coordinatore del Servizio beni mobili e logistica di Palazzo Chigi ha vergato un appunto con cui ha richiesto, «per le esigenze di rappresentanza della autorità politiche della presidenza del Consiglio, la fornitura di cialde Nespresso per il fabbisogno di 12 mesi, quantificato in 60.600 cialde», come si legge nella determina firmata dal capo del Dipartimento per i servizi strumentali.

 

Sarà stata colpa delle continue tensioni di quei giorni innescate da Conte sull'invio di armi in Ucraina. O forse sarà dipeso dalle minacce, sempre provenienti dal M5S, di bocciare il dl Aiuti a causa della norma che affidava i poteri speciali al sindaco di Roma per realizzare il termovalorizzatore. O, magari, per la volontà di offrire ai capi di Stato e di governo esteri un simbolo del made in Italy.

Chissà per quale altra ragione. Qualunque sia la motivazione, il premier ha dato il suo benestare all'acquisto di tutte quelle cialde di caffè. Per l'esattezza, sono 166 al giorno. Attenzione, parliamo dei caffè riservati alle esigenze dell'attività politica, quindi non si tratta dei quantitativi destinati a rifocillare i dipendenti di Palazzo Chigi.

 

Sempre per ricordare c avveniva a metà giugno lo spread era tornato a far paura. L'inflazione era schizzata ai massimi e M teo Salvini profetizza «Faremo la fine della G cia». Insomma, un b caffè da sorseggiare pot far comodo per allentare la tensione crescente. Ciò che sorprende è un altro aspetto: Draghi ha ordinato il doppio dei caffè di Conte. Quando nel 2020 "l'avvocato del popolo" era alla guida del governo, acquistò 26.800 cialde per un anno. Sempre rigorosamente Nespresso. La metà di quelle comprate da SuperMario. E spese pure meno. Se il costo messo a bilancio da Draghi ammonta a 25.096 euro (0,41 euro a cialda), Conte ha pagato 10.184 euro (0,38 euro a cialda). Tre centesimi di differenza.

D'altronde, come scrive Palazzo Chigi, stavolta non era possibile spendere meno, «in considerazione dell'aumento di molti beni per l'attuale congiuntura economica che non permette al fornitore di confermare i precedenti prezzi».

Quindi, neanche i maggiori costi, spinti dal rialzo delle materie prime e dal rincaro energetico, hanno dissuaso la presidenza del Consiglio dal fare il sacrificio di ordinare meno caffè.

Che i tempi siano cambiati è evidente dal fatto che negli ultimi sei mesi della sua permanenza a Palazzo Chigi - era il 2018 - Paolo Gentiloni ordinò 8.550 cialde di caffè: 5.100 ristretti e 3.450 decaffeinati. La spesa fu 3.500 euro. Con Draghi, invece, questo particolare «genere di conforto» (come viene chiamato nel burocratese dell'amministrazione pubblica) non viene lesinato. Che il premier dimissionario non badi a spese ce ne siamo accorti anche nei mesi scorsi. Quando prima esortò gli italiani a compiere una scelta difficile: «Volete i condizionatori accesi o la pace», poi due settimane dopo rinnovò l'impianto di climatizzazione della presidenza del Consiglio. Perché cosa c'è di meglio di un buon caffè al fresco di un condizionatore nuovo di zecca? 

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