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Elezioni, Matteo Salvini riunisce i governatori e apre la campagna elettorale

Benedetto Antonelli
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Matteo Salvini ha scelto uno dei luoghi identitari della Lega per aprire di fatto la campagna elettorale del Carroccio. Lo farà questa sera a Domodossola, dove negli anni ’70 nacque uno dei primi movimenti autonomisti (l’Unione Ossolana per l’Autonomia) poi cofondatore della Lega Nord. È il primo leader di partito a tenere un comizio in vista del voto del 25 settembre. Anche nel settembre 2019, dopo lo strappo del Papetee e il ritorno della Lega all’opposizione, Salvini salì in Ossola in una serata caldissima, con una vera e propria folla di militanti. Con Salvini sul palco ci sarà anche il capogruppo alla Camera e segretario regionale del Piemonte Riccardo Molinari. Al comizio sono attesi tutti i parlamentari e i sindaci piemontesi della Lega. Intanto, Salvini ha lanciato via Twitter un messaggio agli alleati: «Il prossimo premier? Finalmente lo sceglieranno gli italiani: chi prenderà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il nome». Ieri mattina, invece, ha tenuto una videoconferenza con tutti i presidenti di regione della Lega.

 

 

A Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Christian Solinas, Donatella Tesei e Luca Zaia, Salvini ha assicurato «massima presenza sui territori», fanno sapere dal partito. I presidenti di regione del Carroccio «sono già al lavoro, anche per offrire spunti utili in vista dei dossier più interessanti per la campagna elettorale a cominciare dall’autonomia. Grande attenzione per economia, sburocratizzazione, infrastrutture, energia, sviluppo e tasse». Nel corso dell’incontro «è emersa anche grande soddisfazione per la compattezza della Lega, a differenza di altri partiti», viene spiegato, ed è stato fatto il punto della situazione politica, commentando «la follia dei Cinque Stelle e le provocazioni del Pd che hanno fatto saltare il Draghi bis proposto dal centrodestra di governo», come ha sottolineato il segretario.

 

 

Questa è la risposta a chi negli ultimi giorni ha ventilato l’ipotesi che la Lega si fosse spaccata sulla scelta di non votare la fiducia a Draghi. A supporto di questa tesi sono stati evidenziati soprattutto i silenzi di Fedriga e Zaia che avrebbero voluto che Draghi arrivasse al termine naturale della legislatura. Ieri il governatore del Friuli Venezia Giulia ha commentato: «Noi ci siamo sempre confrontati, abbiamo cercato di dire ognuno la propria, ma siamo una forza politica che va avanti unita». In realtà, anche se ci possono essere stati punti di vista diversi, il partito è compatto nel seguire la linea di Salvini. La testa ora è alle elezioni, senza alcuna distrazione.

 

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