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Il sondaggio interno dilania il M5S: un sostenitore su due non vuole l'alleanza con il Pd

Angela Barbieri
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È un sondaggio riservato, realizzato da Swg per uso interno, anche per sondare gli umori dopo la scissione consumatasi con l'addio di Luigi Di Maio. Dopo l'avvertimento di Dario Franceschini al M5S - stop all'alleanza nel 2023 se il M5S dovesse sfilarsi dal governo - rimbalza tra i 5 Stelle un dato emerso da quel sondaggio che doveva restare interno ma ha preso a circolare in alcune chat pentastellate visionate dall'Adnkronos: metà dei sostenitori del M5S preferirebbe che il Movimento si presentasse da solo alle elezioni, senza alcuna alleanza, rispolverando un vecchio credo di Gianroberto Casaleggio. Un sostenitore su tre, però, vorrebbe il M5S in alleanza con i Dem, mentre solo una manciata di punti percentuali di potenziali elettori pentastellati ambirebbe a un matrimonio col centrodestra.

 

 

Nel sondaggio in questione la base grillina è stata sondata anche sulla regola aurea dei due mandati, difesa a spada tratta da Beppe Grillo. Ebbene, soltanto il 20% degli elettori M5S la abolirebbe, mentre per il 35% va tenuta così com' è. Per oltre un terzo, tuttavia, sarebbero accettabili eccezioni. Un dato, quest' ultimo, che ha sorpreso e che starebbe convincendo i vertici, compreso il leader Giuseppe Conte, ad aprire al voto su una possibile "micro deroga" che salvi una manciata di fedelissimi, riferiscono fonti qualificate. L'alleanza con il Pd e la rinuncia ad un principio fondante come la regola del doppio mandato sono questioni cruciali per Movimento, soprattutto oggi che i sondaggi- quelli ufficiali- li danno in calo costante di consensi. La scissione di Di Maio ha contribuito in tal senso. L'ultima rilevazione Dire-Tecnè, realizzata il 30 giugno e il primo luglio su un campione di mille persone, dà il M5S al 9,4%.

 

 

Intanto Beppe Grillo, dopo la polemica innescata dal sociologo De Masi sui presunti - e smentiti - messaggi di Draghi per rimuovere Conte dalla guida del M5S, prepara una mossa a sorpresa. «Ragazzi, ho voglia di tornare sul palcoscenico...», avrebbe recentemente rivelato ad alcune persone a lui vicine. Il ritorno sulle scene sarebbe un richiamo irresistibile per il comico genovese, alle prese con una delle fasi più difficili della sua creatura politica. L'umore plumbeo dell'Elevato è ben riassunto dall'ultimo post apparso sul suo Blog, nel quale Grillo se la prende con i «traditori». Quale migliore medicina del teatro, dunque, per lenire le delusioni della politica? A confermare le intenzioni del garante pentastellato è il suo impresario Aldo Marangoni: «Sì, Beppe sta iniziando a ragionare su un nuovo spettacolo, ma siamo ancora a livello embrionale. Non sarà una cosa immediata. Stiamo iniziando a lavorare a questa eventualità», spiega all'Adnkronos il figlio di Cencio Marangoni, storico impresario di Grillo scomparso nel 2020. «Beppe non ha affetto perso l'entusiasmo, vuole tornare in scena». I tempi? «È possibile che questo accada entro l'anno». Ancora top secret i dettagli dello show di Grillo, che manca dalle scene dal 2019, anno in cui portò a teatro le ultime repliche di Insomnia.

 

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