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Sondaggio Nando Pagnoncelli, è la fine del Movimento 5 Stelle. Pietra tombale, le cifre mai viste

Christian Campigli
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Un crollo atteso, un paio di conferme e l’ennesima dimostrazione che la disaffezione degli Italiani dalla politica è ormai un dato di fatto. Allarmante. Il settimanale sondaggio di Nando Pagnoncelli, pubblicato questa mattina sulla pagine del Corriere della Sera, descrive, numeri alla mano, un realtà che meriterebbe una profonda riflessione da parte della classe dirigente nazionale. Un Italiano su tre (il 35% per l’esattezza) ha dichiarato di non aver nemmeno seguito la tornata elettorale delle amministrative. Non solo non è andato alle urne, ma non ha letto o guardato trasmissioni di approfondimento in televisione. L’indifferenza più totale. Il 19% è convinto che abbia vinto il centrosinistra, il 4% il centrodestra. La maggioranza, il 20% per la precisione, ritiene che la vera trionfatrice sia stata l’astensione. Per il 53% degli intervistati, i nostri connazionali non si sono recati alle urne non tanto per i modesti candidati proposti dai partiti, ma per la totale e assoluta sfiducia nei confronti della politica stessa. Come dire, votare bianco o nero è indifferente, tanto, in ogni caso, l’inflazione o il caro benzina restano immutati.

 

 

Numeri e pensieri preoccupanti, che, come da tradizione, creeranno apprensione ancora per un paio di settimane. Poi, come sempre, nel Paese del Gattopardo, tutto cambierà perché nulla cambi. Sul fronte degli orientamenti di voto, è ben evidente il crollo del Movimento Cinque Stelle, sceso al 12,1%. La scissione da Luigi Di Maio, la cui neonata formazione viene accreditata al 2,3%, ha avuto un peso non indifferente. In calo anche Fratelli d’Italia (passa dal 21 al 20%), che si fa sorpassare al primo posto dal Partito Democrativo (20.8, meno 0.2 rispetto alla scorsa settimana). Forza Italia arriva alla doppia cifra (10% tondo tondo), grazie ad un sostanzioso più 1,5%. Lega stabile al 15%. Bene Azione (3,8%) e Italexit (4%).

 

 

Tra i leader, aumenta l’indice di gradimento di Mario Draghi (59%); alle sue spalle Giorgia Meloni (35%), Giuseppe Conte (31%), Enrico Letta (28%) e Carlo Calenda (24%). Se si votasse oggi, il centrodestra sfiorerebbe il 45%, il centrosinistra unito (il sogno di Letta, mettere nello stesso carrozzone Calenda e Di Maio, insieme a Conte), toccherebbe il 46,4%.

 

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