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Otto e mezzo, scintille Giannini-Travaglio su Di Maio. "Un bibitaro nella stanza dei bottoni", scontro stellare

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A Otto e mezzo si parla della guerra in seno al Movimento 5 Stelle tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio e delle ripercussioni sul governo alla vigilia della risoluzione sulla guerra in Ucraina. Parlando della traiettoria politica del ministro degli Esteri, il direttore de La Stampa Massimo Giannini usa un'espressione che provoca qualche alzata di sopracciglio: "Se un bibitaro è entrato nella stanza dei bottoni..." dice il giornalista che ricorda come Di Maio oggi sia un'altra persona rispetto a quella che voleva uscire dall'euro o volava a incontrare i gilet gialli. "Ora è garante delle élite? È diventato classe dirigente, con pragmatismo" afferma Giannina che torna sulla frase del bibitaro: "Non bisogna ridicolizzare certe esperienze" ma ora Di Maio  "ha imparato come si sta al mondo e ha assunto posizioni coerenti con il suo incarico", anche se molte di queste non sono coerenti con quelle del Movimento 5 stelle. 

 

In studio c'è come di consueto il direttore di Limes, Lucio Caracciolo, che ci tiene a precisare che "un Paese in cui un 'bibitaro' può diventare ministro è un Paese che ha ancora qualcosa da insegnare". A sparare a zero su Di Maio è invece il direttore del Fatto quotidiano Marco Travaglio, secondo cui il ministro agisce "su mandato" per destabilizzare il Movimento 5 Stelle. "Ma su mandato di chi?" chiede Lilli Gruber, tornata alla conduzione dopo venti giorni di assenza causa Covid.

 

"Bisognerebbe chiederlo a lui. Una persona così a disagio da mesi in un movimento di cui con condivide nulla e che si espone agli insulti" della base  "non si spiega", afferma il giornalista che parte alla carica di Mario Draghi: "Ha avuto il mandato di amputare le ali del sistema politico e di consegnarlo formattato in modo che non ci sia nessuno che disturbi il manovratore. Ora ci stanno provando con i 5Stelle, il prossimo che rischia di saltare è Matteo Salvini", mentre "Giorgia Meloni l'hanno messa a cuccia perché è filoamericana". Giannini ribatte che dopo le elezioni del 2018 sono nati due governi, il gialloverde e il rossogiallo, "implosi non certo per una Spectre o interventi esterni". 

 

 

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