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Luciana Lamorgese scopre i migranti: emergenza sbarchi. Boom rispetto al 2021

Dario Martini
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«Dobbiamo pensare che ci sarà un aumento dell'afflusso di migranti». È la previsione della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. L'aumento, in realtà, è già evidente da mesi. Il problema è sotto gli occhi di tutti. Adesso lo riconosce anche la responsabile del Viminale: «Cipro ha avuto già il 286% in più, noi siamo sul 30% in più e abbiamo circa 20 mila persone. Abbiamo notato un incremento rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso». Per l'esattezza, l'incremento rispetto al 2021 è del 33,8%. Numeri che Lamorgese conosce molto bene, visto che è lo stesso Ministero ad aggiornali quotidianamente. Dal primo gennaio al 3 giugno sono sbarcati 20.028 immigrati. Nello stesso periodo dello scorso anno erano stati 14.962. Nei primi sei mesi di due anni fa 5.358. La situazione rischia di peggiorare ancora: «Se la crisi prosegue e non si riesce a portare via il grano dai porti del Mar Nero dobbiamo attenderci un flusso maggiore», ha detto Lamorgese all'evento "Live In Venezia" di SkyTg24. I dati sono ancora più preoccupanti perché prendono in considerazione solo i migranti sbarcati sulle nostre coste, la stragrande maggioranza provenienti dalla Libia. Non vengono conteggiati, invece, gli oltre 125mila profughi ucraini. Eppure, in una situazione del genere, Lamorgese non ha intenzione di intervenire sugli sbarchi. I porti possono restare spalancati. La sola nave Sea Watch 3 in questo momento ha a bordo 223 profughi.

 

 

La ministra propone una duplice soluzione: ampliare le maglie del decreto flussi e sperare che gli altri Paesi europei accolgano i migranti approdati in Italia. Quella famosa «redistribuzione» molto spesso sbandierata e mai seriamente attuata. Per quanto riguarda il primo aspetto, Lamorgese ha fatto sapere che il governo «sta lavorando ad un nuovo decreto flussi, accelerando le procedure, perché effettivamente manca personale in alcuni settori specifici. Saranno stabilite le quote per il 2022, i numeri l'anno scorso erano circa 70mila, quest'anno è possibile che saranno più elevati». La sua idea è che i migranti non vedano l'ora di mettersi a lavorare. «Vorrei ricordare - ha aggiunto - il protocollo firmato non più tardi di dieci giorni fa con il ministro del Lavoro per inserire nel circuito dell'edilizia coloro che sono titolari di protezione internazionale o che hanno fatto domanda la cui pratica è in via di esame. Stiamo verificando la possibilità che un analogo protocollo venga fatto anche per altre categorie».

 

 

Ampliare i canali d'ingresso in Italia non sarà facile. Il sottosegretario all'Interno, Nicola Molte ni, ha già bocciato la proposta, chiarendo che la Lega si opporrà con decisione. In merito alla collaborazione europea, la ministra ha spiegato che «la solidarietà deve essere fondata su un adeguato meccanismo di redistribuzione dei migranti, che dovrà riguardare un numero sufficientemente ampio di Stati membri per essere efficace. Si tratta di una posizione unitaria dei Paesi mediterranei che si affianca alla richiesta di sviluppare l'azione della Ue verso i Paesi terzi per prevenire le partenze e garantire la collaborazione in tema di rimpatri, anche attraverso la definizione di appositi partenariati europei con i Paesi di origine e di transito dei flussi migratori». La solidarietà non ha mai funzionato un granché. Basti ricordare l'«accordo di Malta» del settembre 2019. Si rivelò subito un fiasco totale.

 

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