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Giuseppe Conte accusa la Nato sull'Ucraina: “No all'escalation di armi più pesanti ed offensive”

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Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha partecipato al congresso di Articolo Uno, partito guidato dal ministro della Salute Roberto Speranza, e ha tracciato un nuovo solco con il governo Draghi sulla questione delle armi date all’Ucraina: “Non siamo disponibili a una escalation militare. L’unica escalation che vogliamo è quella diplomatica. Non possiamo rassegnarci a carneficine protratte nel cuore dell'Europa, né pensare di fornire armamenti sempre più pesanti e sempre più offensivi. L'Italia non deve cedere alla cultura del rimorchio, dell'andare al rimorchio della Nato. L'Italia deve farsi sentire e lavorare per una svolta positiva, con il ritiro delle truppe russe e il riconoscimento dell'autodeterminazione della popolazione ucraina”.

 

 

“Assolutamente sì alla difesa comune europea, che non può essere uno slogan. Siamo pronti per una politica estera comune? Se non lo siamo, ci perdiamo solo in qualche slogan. Dobbiamo - sottolinea Conte - lavorare per una maggiore integrazione politica e per una maggiore politica estera comune. Questo significa lavorare per fare crescere politicamente l’Europa”.

 

 

Il discorso di Conte si è poi spostato su temi più strettamente politici dopo aver parlato della guerra tra Russia ed Ucraina: “Noi riteniamo che le urgenze in questo momento siano altre, abbiamo bisogno di rendere strutturali investimenti sul green, sulla sanità, sull'istruzione. Noi dobbiamo cercare di riporre impegno e attenzione alla emergenza abitativa, al dissesto idrogeologico, il Ponte Morandi lo abbiamo dimenticato fino a nuova tragedia. C'è una strada per essere progressisti insieme. Abbiamo già sperimentato questa strada durante un periodo fra i più bui della nostra storia, durante il Conte II. Il Conte II ha recato fastidio a chi non era abituato a subirne, un governo che ha eretto una diga al malessere sociale, un governo che - ha concluso il numero uno grillino - ha lottato per non lasciare nessuno indietro”.

 

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