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Controcorrente, “aberrante”. Sull'utero in affitto si scatena la Lega: 5 anni di carcere contro la maternità surrogata

Federica Pascale
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L’utero in affitto è uno dei temi affrontati durante la puntata di mercoledì 16 febbraio di Controcorrente, il talk show politico in onda su Rete 4. Veronica Gentili, alla conduzione, ospita in studio due papà gay affinché raccontino il percorso che li ha portati ad avere figli, usufruendo della disponibilità di una madre surrogata. A commentare questa pratica, tra diversi ospiti, l’europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri, che esplicita subito di ritenere “aberrante” la pratica dell’utero in affitto: “Nessuno è in grado di garantirmi che la madre surrogata, seppur animata dalle migliori intenzioni, una volta giunta al termine della gravidanza non subisca un danno psicologico dalla separazione dal figlio”.

 

 

I due giovani uomini parlano di “mamma di pancia” per riferirsi alla mamma biologica dei bambini, che vive negli Stati Uniti. Affermano che quest’ultima “non ha alcun legame biologico” con i figli, e spiegano che hanno un buon rapporto “con la propria surrogata”. Secondo Tovaglieri, e come spiegano gli stessi ragazzi in studio, che dicono di essersi affidati a delle agenzie per soddisfare il proprio desiderio di paternità, dietro c’è un business. Anche se le agenzie in questione richiedono dei requisiti quali, ad esempio, essere sopra la soglia di povertà, questo non impedisce certo di aggirare le regole. “Nella gran parte dei casi – spiega l’eurodeputata - si tratta di un rimborso spese che in realtà maschera una retribuzione. Ci sono degli abusi incredibili”.

 

 

I due papà gay difendono strenuamente la propria scelta, e anzi denunciano il vuoto legislativo in materia: “Coppie come la nostra, al rientro in Italia, hanno una voragine legislativa. Non essendoci una legge che automaticamente trascriva un atto di nascita estero, i bambini, non essendo riconosciuti, non possono essere vaccinati o accedere all’istruzione”. Tovaglieri risponde a tono: “Guardi che la responsabilità ce l’ha lei, che ha fatto una cosa che non doveva fare” riferendosi al fatto che la pratica è già considerata reato nel nostro Paese. “C’è già una legge che punisce il reato, sia dal punto di vista economico che detentivo” chiarisce, e ricorda la proposta della Lega di inasprire le pene a tal proposito.

 

 

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