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Il no al vaccino porta soldi, il tesoretto no vax vale 170 milioni

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Dario Martini
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È in arrivo un bel tesoretto per il governo. Circa 170 milioni di euro che Draghi potrà incassare grazie alle multe ai non vax. Martedì primo febbraio, infatti, scatta l’obbligo vaccinale per chi ha più di cinquant’anni, e sono ancora 1,7 milioni coloro che non si sono adeguati, fregandosene degli anatemi dell’esecutivo. Sono disposti a pagare la sanzione di 100 euro, ma di farsi iniettare il siero anti-Covid non ci pensano proprio.

Per la precisione, i ribelli over 50 che non vogliono vaccinarsi sono 1.684.598, come emerge dall’ultimo rapporto pubblicato ieri dal commissario all’emergenza coronavirus Francesco Paolo Figliuolo. Era il 5 gennaio quando il Consiglio dei ministri annunciò l’obbligo vaccinale a partire da febbraio. Allora erano 2,1 milioni i non vaccinati con più di cinquant’anni. Significa che in tre settimane sono andati a farsi somministrare la prima dose 481mila no vax. Le multe non scatteranno subito. L’Agenzia delle entrate invierà una contestazione a tutti coloro che non si sono messi in regola. In molti cercheranno di "farla franca" presentando un certificato di esenzione dal vaccino. Gli "esoneri" saranno vagliati attentamente dalle autorità sanitarie. Quindi, passeranno dei mesi prima che le sanzioni arrivino veramente a destinazione.

Dal 15 febbraio i no vax che hanno un lavoro perderanno anche lo stipendio. E se verranno sorpresi a lavorare dovranno pagare sanzioni che possono arrivare fino a 1.500 euro. I non vaccinati da 50 a 59 anni sono 761mila (il 7,9% in questa fascia d’età), quelli da 60 a 69 sono 473mila (6,27%), altri 295mila tra 70 e 79 anni e 153mila con più di 80 anni. Neanche i dati diffusi ogni settimana dall’Istituto superiore di sanità li hanno convinti a ricevere una dose Pfizer o Moderna. Nel bollettino di sorveglianza pubblicato ieri si legge che nel mese che va dal 10 dicembre al 9 gennaio scorso «il tasso di ricoveri in terapia intensiva per i non vaccinati (35,6 posti occupati ogni 100mila abitanti) risulta circa diciotto volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di 120 giorni (2 ricoveri in terapia intensiva per 100mila abitanti) e circa ventisette volte più alto rispetto ai vaccinati con dose booster (1,3 ricoveri in rianimazione per 100.000 abitanti)».

È probabile che, a questo punto, l’introduzione dell’obbligo vaccinale abbia esaurito il suo effetto di persuasione. Il ritmo della campagna vaccinale, infatti, sta calando: negli ultimi sette giorni ci sono state in media 505mila somministrazioni giornaliere, in diminuzione rispetto alle 587mila di una settimana fa. Non solo, le prime dosi sono in calo e sono tornate sotto le 40mila somministrazioni giornaliere, dopo gli aumenti registrati in precedenza in seguito all’estensione dell’uso del green pass rafforzato.
 

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