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La carta Berlusconi manda in tilt il Pd. Letta chiede un "patto di legislatura"

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La Direzione e i gruppi parlamentari del Pd hanno votato all’unanimità la proposta del segretario Enrico Letta di avere una delega, insieme alle capogruppo Serracchiani e Malpezzi, a seguire i passaggi dell’elezione del presidente della Repubblica. Al termine della riunione di stamattina è stato, infatti, approvato all’unanimità un dispositivo che gli affida il mandato. "Il Pd ritiene che sia necessario individuare una figura di alto profilo istituzionale, che rappresenti indiscutibilmente i valori dell’unità della Nazione, e quindi non di parte -si legge nel documento-. A tal fine occorre giungere rapidamente a una scelta condivisa dall’arco di forze parlamentari più ampio possibile, a partire da quelle dell’attuale maggioranza. Al contempo, la perdurante emergenza pandemica e la necessità di attuare con puntualità il Pnrr richiedono che siano comunque garantite stabilità nell’azione di governo e una conclusione ordinata, e nei tempi ordinari, della legislatura".

 

Insomma, la mossa del centrodestra di candidare Silvio Berlusconi rovina i piani dei dem che giocano di rimessa. Per Letta la candidatura del Cav è inaccettabile, e il segretario spinge per "un presidente o una presidente, super partes, una figura istituzionale, di garanzia, che non sia un capo di partito".

 

"Non vogliamo mettere in campo nessun nome, metterli in campo oggi vuole dire bruciare nomi che possono essere oggetto di veti, noi abbiamo intenzione di muoverci in una direzione costruttiva" dice Latta: Per il Partito Democratico la scelta del prossimo presidente deve ricadere su una figura "istituzionale, di garanzia, super partes, non un capo politico, non una figura divisiva, ma una figura di unità che possa rappresentare tutti e tutto e possa essere in continuità con quello che ha rappresentato il presidente Mattarella, e possa guidare le istituzione nel modo migliore, in sintonia profonda con il nostro paese. Noi abbiamo l’obiettivo di eleggere una presidente o un presidente che possa dare l’incarico di governo, a fine legislatura, a chiunque abbia vinto le elezioni e che possa quindi garantire una condizione di normalità". Poi l'affondo su Berlusconi: "Il passaggio di ieri è stato un passaggio che è andato oltre, in questa scelta, c’è un primo punto assolutamente chiaro da parte nostra: non c’è nessun diritto di precedenza che il centrodestra può vantare nell’indicare il presidente della Repubblica, non ci sono in numeri. La presidenza della Repubblica non è di proprietà del centrodestra, una logica profondamente sbagliata".

 

Per il segretario dem la legislatura e l’azione di governo devono andare avanti, insomma ha sgombrato il campo da un possibile passaggio dell’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi al Colle e ha lanciato un patto di legislatura: "il nostro paese oggi non può permettersi elezioni anticipate, l’azione di continuità di governo, di stabilità è fondamentale per noi. Proponiamo un’iniziativa che attraverso tre punti crei un patto di legislatura che consenta di arrivare al 2023". 

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