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Giuseppe Conte in Parlamento “solo dalla porta principale”. Ecco qual è il trucco…

Francesco Storace
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Adesso abbiamo capito tutto. Giuseppe Conte cerca la porta principale per entrare in Parlamento. Lo ha detto lui, testualmente, convinto di aver fornito una dotta spiegazione alla ritirata dal collegio lasciato libero a Roma dal neosindaco Roberto Gualtieri. Tentiamo di spiegarvela noi qual è la porta principale. Quella di Roma centro, da superblindata che era, si è rivelata improvvisamente ad ostacoli. Ed un calcolatore capace di passare da un governo a quello opposto senza offrire alcuna spiegazione, non ci pensava proprio a rischiare l’osso del collo. E quindi Conte ha fatto marcia indietro di fronte alle urla indemoniate di Carlo Calenda e Matteo Renzi. I due, nell’unica lista unitaria che potrebbero aver fatto nella loro vita – alle comunali di Roma – hanno raccolto il 20 per cento dei voti arrivando primi. E nel famoso collegio in cui si voterà il 16 gennaio hanno toccato il 30. Ovvia la fuga di Conte alla ricerca della “porta principale”. Che è quella offerta dalla legge elettorale che non muterà.

 

 

Il Rosatellum prevede liste bloccate e possibilità di candidarsi in almeno cinque collegi senza doversi misurare con le preferenze, alle quali Giuseppi non è certo abituato. E quindi la porta principale è quella che ti permette di entrare in Parlamento non chiedendo i voti agli elettori – e che diamine! - bensì capeggiando il corpaccione proporzionale dove vorrà lui e facendosi catapultare alla Camera o al Senato senza correre alcun rischio di sudarsela. L’ex premier pensa di potersi sempre prendere gioco di tutti. Ma anche tra i Cinque stelle dovrà faticare. Perché l’aria che tira non è delle più favorevoli. Troppe teste da tagliare tra riduzione dei parlamentari e sondaggi in picchiata negativa. E certo troverebbe pochi sostenitori disponibili a rinunciare a sé per portare preferenze a lui se – per sbaglio non calcolato – i partiti dovessero restituire ai cittadini almeno il diritto di scegliere il proprio rappresentante scrivendone il nome sulla scheda elettorale. No no, meglio appunto quel portone principale che magari si apre con un telecomando che ha in mano solo lui.

 

 

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