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Francesco Lollobrigida: con questa legge di bilancio muore il mondo dello sport

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Caro direttore, il covid ha avuto un drammatico impatto su associazioni e società, sia professionistiche che dilettantistiche a causa della lunga chiusura degli impianti e della riapertura successiva solo parziale. Un impatto che sta mettendo a rischio la sopravvivenza stessa delle società sportive e, quindi, la regolare continuità dell'attività. Con solo riferimento alle società di calcio professionistiche è stato calcolato (Report 2021 Centro Studi F.I.G.C.) che la pandemia ha determinato oltre un miliardo di ricavi in meno. Parliamo di 341 milioni di euro in meno di ricavi dai biglietti e -244 milioni tra sponsor e attività commerciali, più altre perdite che ammontano a 500 milioni E se il calcio professionistico è in crisi, figuriamoci lo sport dilettantistico. Le palestre e le piscine, ad esempio, sono state chiuse molti mesi e tutt'ora devono lavorare con un'affluenza diminuita del 50% e, grazie al poco interesse del Governo, sono ancora vigenti i limiti di maggio 2021 sulla capienza (12mq a persona). Con il super green pass, inoltre, sarà ancora peggio.

 

 

Una situazione drammatica per un settore, ovvero quello sportivo, che rappresenta il 4% del Pil nazionale, che il governo Conte aveva definito «non essenziale» e che il governo Draghi non sta certo aiutando a ripartire. Nella legge di Bilancio è prevista la defiscalizzazione delle entrate commerciali delle Federazioni Sportive ma non degli Enti di Promozione (con una sperequazione ingiusta) che si impegnano a reinvestirli nelle strutture. Ciò a testimonianza che, complessivamente, lo «Sport è Salute» e quindi l'Ordinamento dovrebbe avere un peculiare interesse a sostenerlo, sia per la sua funzione educativa e formativa, sia per creare lavoro e sviluppare tantissimo indotto. Ma così non è. Va aggiunto che come sostegni non ci sono stati riscontri incisivi, che i fondi del Pnrr destinati allo sport sono insufficienti, che non ci sono stati interventi tangibili diretti o indiretti per crediti d'imposta.

 

 

Gli enti di promozione sportiva faticano e lamentano gravi problemi economici, di gestione, ma anche un calo di presenze nelle piscine e nelle palestre da parte di persone che hanno deciso di abbandonare la pratica sportiva, con il rischio di gravi ripercussioni anche sulla salute. Serve una rivoluzione culturale del concetto di sport, a partire dalla scuola primaria. In sostanza, serve un governo che abbia a cuore lo sport. Fratelli d'Italia ha presentato in questi mesi emendamenti precisi - dai bonus per favorire la frequentazione di centri sportivi a misure mirate per far sì che le aziende riescano quanto meno a sostenere i costi fissi come i canoni, a fronte di entrate ridotte al 50%. L'auspicio è che questi provvedimenti possano essere discussi e accolti durante l'esame della legge di bilancio che il Parlamento si appresta a varare.

 

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