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Juventus sotto assedio: nel mirino anche la cessione di Cristiano Ronaldo e la carta segreta

Fabrizio Cicciarelli
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C'è ancora il nome di Cristiano Ronaldo nel destino della Juventus. Qualcuno aveva accolto la sua cessione come una boccata d'ossigeno per i bilanci e l'inizio di una svolta tecnica della squadra, peraltro incompiuta, invece il portoghese si è ripreso i riflettori - suo malgrado - nell'ambito dell'inchiesta Prisma. La Procura di Torino ha infatti spostato il mirino dalle plusvalenze sospette, che restano comunque nel quadro delle contestazioni al club bianconero, alla cosiddetta «carta famosa che non deve esistere teoricamente». Documentazione che secondo gli inquirenti sarebbe «afferente» al trasferimento dell'attaccante al Manchester United, che però non risulterebbe essere stata «oggetto di pubblicazione e di comunicazione agli organi competenti», motivo per cui è stata disposta una nuova perquisizione dai pm.

 

 

LA CARTA - La ricerca della misteriosa scrittura è iniziata a seguito delle frasi pronunciate dal legale bianconero Cesare Gabasio (motivo per cui è stato aggiunto al registro degli indagati) nell'intercettazione con il responsabile dell'area sportiva Federico Cherubini, di cui uno stralcio è stato inserito nel nuovo decreto di perquisizione agli uffici del club e all'abitazione dello stesso Gabasio, dove in uno dei passaggi più salienti si legge: «Quindi sai se salta fuori abbiam... ci saltano alla gola tutto sul bilancio i revisori e tutto poi magari dobbiamo fare una transazione finta». Il contenuto della carta non è ancora certo, ma l'ipotesi degli inquirenti è che possa riferirsi a retribuzioni posticipate causa Covid-19 o a una buonuscita per il trasferimento in Inghilterra. Al momento però non vi è traccia di alcun documento: non è stato rinvenuto nel primo accertamento nelle sedi della Juventus né «prodotto dalla parte», l'amministratore delegato Maurizio Arrivabene ha dichiarato di non essere a conoscenza né dell'esistenza né dell'ubicazione. Per far luce sulla questione si è fatta largo l'ipotesi dell'audizione di Jorge Mendes, potente agente portoghese che potrebbe essere convocato a Torino dopo Natale. Senza l'elemento concreto, lo scenario complessivo non cambia di molto, se non per la presenza di Gabasio tra gli indagati oltre al presidente bianconero Andrea Agnelli, al vice Pavel Nedved, all'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici, all'attuale e all'ex Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato e Stefano Bertola e all'ex dirigente finanziario Marco Re. «Il decreto di perquisizione di ieri non modifica le ipotesi investigative del precedente provvedimento - hanno affermato in una nota all'Ansa l'avvocato Maurizio Bellacosa dello studio legale Severino, che difende la Juventus, e l'avvocato Davide Sangiorgio, che difende gli indagati della società notificato venerdì scorso, ma specifica la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento».

 

 

LE PLUSVALENZE - Oltre ad Arrivabene e Cherubini, intanto, sono stati già ascoltati come persone informate dei fatti anche l'Head of Football Operations Paolo Morganti e il dirigente della squadra Under 23 Giovanni Manna. Proprio la seconda squadra è uno dei punti nodali nel filone di indagine relativo alle plusvalenze, visto che buona parte delle 42 operazioni segnalate dalla Covisoc riguardano proprio la formazione della cantera bianconera, ma secondo le prime indiscrezioni non sarebbero emersi nuovi elementi per l'inchiesta. Oltre ai movimenti più corposi come gli scambi Pjanic-Arthur con il Barcellona e Cancelo-Danilo con il Manchester City, gli inquirenti puntano a fare luce sulle «operazioni a specchio» come quella con Olympique Marsiglia per il trasferimento di Ake in cambio di Tongya (entrambi valutati 8 milioni) e più in generale delle transazioni «riguardanti giovani calciatori» come lo scambio Marques-Pereira ancora con il Barcellona, come pure di cessioni e acquisti «effettuati in prossimità della scadenza contrattuale», come l'acquisto di Rovella (18 milioni) dal Genoa in cambio di Portanova (10 milioni) e Petrelli (8 Milioni). Sugli strascichi dell'indagine rispetto alla squadra è intervenuto il capitano Giorgio Chiellini. «Le indagini lasciano il tempo che trovano, dobbiamo aspettare. Ormai siamo abituati - ha spiegato. il difensore, capitano anche della Nazionale, ai microfoni di Sky Sport a margine di un evento del progetto Insuperabili - che quando si parla di Juve ogni cosa viene amplificata di un milione. Il nostro compito è stare uniti e darci una mano l'uno con l'altro in un momento delicato».

 

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