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Giorgetti-Salvini, scontro finale. L'insulto al segretario: "Matteo da Oscar? Al massimo è Bud Spencer"

Ennesima uscita deflagrante del ministro dello Sviluppo contro il capo del Carroccio. Che non si trattiene e replica

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Torna il gelo tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Ancora una volta un'uscita del ministro dello Sviluppo economico contro il "suo" segretario, col leader della Lega costretto a smarcarsi dal suo vice e l'immagine di un partito sempre più a pezzi.

L'ultima volta lo scontro era stato sulle candidature, con Giorgetti che si era spinto a ipotizzare il sostegno a Calenda nella corsa al Campidoglio a discapito del portabandiera del centrodestra Enrico Michetti. Stavolta invece il terreno di battaglia è l'Europa. In un'intervista tratta dall'ultimo libro di Bruno Vespa ("Perché Mussolini rovinò l'Italia (e come Draghi la sta risanando"), il leghista varesotto si lascia andare a una serie di considerazioni sulla politica estera di Matteo Salvini.

 «Se vuole istituzionalizzarsi in modo definitivo, Salvini deve fare una scelta precisa. Capisco la gratitudine verso la Le Pen, che dieci anni fa lo accolse nel suo gruppo. Ma l’alleanza con l’AfD non ha una ragione». dice il ministro per lo Sviluppo economico. Salvini la svolta europeista l’ha fatta? «È un’incompiuta - risponde Giorgetti -. Ha certamente cambiato linguaggio. Ma qualche volta dice alcune cose e ne fa altre. Può fare cose decisive e non le fa». Il cammino verso il Partito popolare europeo è ancora lento… «È un’ipotesi che regge se la Cdu non si sposta a sinistra. Armin Laschet, il candidato sconfitto alle elezioni, è un’espressione della nomenklatura del partito. C’è fermento, gli elettori chiedono una partecipazione dal basso, ci si aspetta che si guardi a destra più che a sinistra. La Cdu deve ricrearsi una natura liberale, moderata e conservatrice. Anche guardando al Partito popolare europeo».  Giorgetti ha quindi in mente una Lega nel Ppe, prosegue, «perché io non ho bisogno di un nuovo posto. Io voglio portare la Lega in un altro posto».

Parole completamente opposte a quelle con cui Salvini replica nel pomeriggio: "Io mi sto occupando di salvare le pensioni e tagliare le tasse. Del resto mi occupo dopo. Stiamo lavorando per grande gruppo che metta insieme il centrodestra in Europa. Evidentemente non è nessun vecchio gruppo".

Insomma, i due restano agli antipodi. Concetto riassunto bene da una battuta dello stesso Giorgetti, sempre a Vespa: "Matteo è abituato a essere un campione d’incassi nei film western. Io gli ho proposto di essere attore non protagonista in un film drammatico candidato agli Oscar. È difficile mettere nello stesso film Bud Spencer e Meryl Streep. E non so che cosa abbia deciso…".

Come che sia, le frizioni dei due hanno portato Salvini a destituire di fatto il suo vice dal ruolo di "portavoce" della Lega nel governo. E' sempre più Matteo a confrontarsi direttamente con Draghi. E per questa settimana ha annunciato un faccia a faccia col premier sul taglio delle tasse.

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