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Il reddito di cittadinanza spacca il Governo. Giorgetti e Patuanelli a muso duro: sono soldi dei lavoratori

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Tensione alle stelle nel Consiglio dei Ministri sul reddito di cittadinanza. Al centro della contesa -che ha visto Movimento 5 Stelle e Partito Democratico da un lato e Lega, Forza Italia e Italia Viva dall’altro - i 200 milioni di rifinanziamento del reddito di cittadinanza previsti nel dl fiscale. Ad aprire il dibattito il ministro leghista Giancarlo Giorgetti, che avrebbe avanzato dubbi: "Rifinanziamo con i soldi dei lavoratori una misura che di lavoro non ne crea". I ministri Renato Brunetta e Elena Bonetti si sarebbero detti d'accordo col leghista, convinti della necessità di non prevedere ulteriori risorse per il rdc.

 

 

Momenti di alta tensione, raccontano alcuni presenti alla riunione all'Adnkronos, tra Giorgetti e il grillino Stefano Patuanelli. "Senza il reddito di cittadinanza - le parole del responsabile delle Politiche agricole - la tensione sociale sarebbe esplosa, non sarebbe stata gestibile. Ma qui c'è chi fa finta di non averlo capito". Il dem Andrea Orlando avrebbe fatto muro con Patuanelli, rimarcando la necessità di non smantellare la misura. Entrambi concordi sulla necessità di potenziare le politiche attive sul lavoro, "anche se - ha puntualizzato il ministro pentastellato - era impensabile pensare che il lavoro ripartisse e l'impianto funzionasse considerando che abbiamo dovuto fare i conti con il lockdown".

 

 

D'accordo sulla necessità di procedere col rifinanziamento nel dl fisco, raccontano, anche il ministro dell'Economia Daniele Franco, che non avrebbe tuttavia espresso alcun parere politico, limitandosi a sottolineare come fosse il dl fiscale la sede giusta per rifinanziare la misura. Sostanzialmente d'accordo con Patuanelli e Orlando, riportano le stesse fonti, il premier Mario Draghi, che avrebbe chiuso la discussione spiegando che delle politiche attive si discuterà nel confronto sulla legge di bilancio. Mettendo così fine a un Cdm di fuoco con i partiti a sostegno di Draghi che si sono divisi in due schieramenti.

 

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