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Prima il silenzio poi la supercazzola. Giuseppe Conte fa infuriare i grillini, cosa dice dopo i ballottaggi

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Silenzio totale fino a dopo le 19. Mentre praticamente tutti gli esponenti politici della galassia del centrosinistra avevano rilasciato dichiarazioni a raffica sul risultato del ballottaggio delle amministrative c'era un solo leader che non aveva proferito parola. Giuseppe Conte, che ha seguito da casa uno spoglio che non vede il M5S, a differenza che nel giugno 2016, tra i protagonisti della tornata elettorale delle amministrative.

 

Un’ora fa, alle 18, la linea decisa dai vertici grillini era quella del silenzio. Un'ora dopo lo staff di Conte avrebbe optato per la pubblicazione di un post sui social a commento del responso uscito dalle urne. Intanto scalpitavano diversi esponenti della truppa parlamentare pentastellata. "Tutti i leader hanno commentato l’esito dei ballottaggi, è possibile che, ancora una volta, siamo gli unici a non avere una linea?", si domandava uno dei parlamentari grillini più inquieti secondo quanto riporta l'Adnkronos. 

 

Alle 19.10 arrvia il post tanto atteso di Conte. "Il vero protagonista di questa tornata di ballottaggi è in modo drammatico l'astensionismo. Un astensionismo che sfiora il 60% è un dato che deve farci riflettere e dovrebbe allarmare tutte le forze politiche. Il Movimento 5 Stelle ha il dovere di dare una risposta a chi non crede più nella Politica come soluzione. C'è poco da parlare e molto da fare. A partire dalla nostra immediata riorganizzazione, dalla nostra rinnovata capacità di saper rispondere ai territori, al cuore del nostro Paese", dice il capo M5s che arriva al punto dei risultati dei ballottaggi: "Il Movimento 5 Stelle a Roma, Torino e Trieste sarà all'opposizione. Lavoreremo in modo costruttivo ma senza fare sconti a chi governerà le città perché la nostra stella polare sarà sempre l’interesse esclusivo dei cittadini".

 

Conte poi ringrazia Virginia Raggi e  Chiara Appendino, e non dedica una parola che è una al Partito democratico, neanche per comoplimentarsi per le vittorie. Dopo prima nella galassia grillina era spuntata giusto qualche dichiarazione per rivendicare i risultati di due comuni in Puglia e a Pinerolo in Piemonte. Il tutto mentre Enrico Letta parla di un "campo largo" aprendo di fatto a Carlo Calenda e a Matteo Renzi, lasciando col cerino in mano lo stesso Conte.

 

Nel frattempo non c’è ancora l’annunciata segreteria di M5s 2.0 che dovrebbe segnare la ripartenza del Movimento ma i nervi ancora scoperti sono molti. "Fonti qualificate ribadiscono che la priorità dell’ex premier è la partita dei direttivi dei gruppi che dovranno ’guidare' gli eletti da qui a febbraio per l’elezione del Capo dello Stato: in pole position per la presidenza del gruppo Camera l’ex ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede", si legge in un retroscena dell'Agi. In Senato non sembrerebbe esserci grande compattezza, ma si dovrebbe ricandidare Ettore Licheri ma anche l’ex ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, è la voce, potrebbe essere intenzionata a candidarsi e anche a Montecitorio Davide Crippa potrebbe decidere di ’non mollare'. Insomma, i grillini non sembrano più fondamentali in ottica di centrosinistra per vincere e questo depotenzia ulteriormente l'ex "avvocato del popolo" che resta con sempre meno popolo. 

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