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Quarta Repubblica, Matteo Salvini inchioda la Lamorgese sulle manifestazioni. Poi la lite con Labate

Giorgia Peretti
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Le manifestazioni “No-green pass” sfociate in scene di guerriglia urbana aprono l’intervista di Matteo Salvini a Quarta Repubblica. Il leader della Lega è ospite nel talk show di Rete 4, condotto da Nicola Porro nella puntata di lunedì 11 ottobre, per un colloquio a tutto campo sui temi caldi del momento dagli scontri nelle piazze, ai risultati nelle amministrative non è mancato lo scontro con Tommaso Labate. Il senatore Salvini condanna da subito il comportamento del Ministro Luciana Lamorgese: “Il ministro dell’Interno doveva impedire che quel signore (Giuliano Castellino, leader di Forza Nuova nda) non solo assaltasse la Cgil ma fosse lì a parlare. Io ricordo che quel signore, e mi viene il dubbio che faccia comodo a qualcuno, aveva il daspo e non poteva andare allo stadio. Aveva già avuto due richieste di arresto, era stato giudicato pericoloso aveva il braccialetto elettronico ed era lì. O il ministro non sapeva che questo tizio era pericoloso oppure il ministro sapeva e lo ha lasciato fare”.

 

 

Come risultato, sottolinea Salvini, queste vicende distolgono l’attenzione dalle questioni concrete, come il futuro del paese:” Invece di parlare di Roma e della situazione delle periferie così come Torino, di Milano, di Caserta. Siamo qui a parlare del fascismo, nel 2021. Non ci saranno più i fascisti, i comunisti sono stati sconfitti dalla storia. Come dieci giorni fa abbiamo parlato di Luca Morisi, con tutte le ricostruzioni del tipo 'sarà davvero omosessuale', 'ma quanti omosessuali ci sono in Lega'. Dopo 10 giorni, si è scopre che probabilmente non c’è stato nessun reato. E la situazione verrà archiviata. Ora tocca ai fascisti”. La risonanza mediatica delle inchieste che hanno visto protagonisti Lega e Fratelli d’Italia, secondo il senatore ha avuto effetti collaterali, visto che “le decine di pagine del Corriere della Sera hanno sicuramente invogliato molta gente a rimanere a casa”.

 

 

A rappresentanza della parte, in studio c’è Tommaso Labate, firma del Corriere della Sera, che pungola Salvini spostando il focus sul suo atteggiamento “ambiguo” rispetto al vaccino. “Perché non usiamo il vaccino? Capisco che ci sono quelli che non se lo possono fare ma perché non promuoviamo l’uso della vaccinazione?”, chiede il giornalista. “Che facciamo li obblighiamo? Io sono vaccinato ma questo mi da il diritto di imporre la mia scelta sugli altri? Siamo un paese libero, siamo in democrazia”, risponde Salvini. Labate si accende: “Lei parla di difesa dei confini con gente che ha paura di farsi una puntura che fanno in 40 milioni”. Salvini risponde durissimo: “Ma possiamo smetterla di dire queste corbellerie? Ma cosa c’entra la difesa dei confini? Io vado a processo perché ho difeso i confini. Si sciacqui la bocca prima di parlare gli italiani e la difesa dei confini”.

 

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