
Meloni e Salvini come la sinistra degli anni ‘70: Paolo Mieli ad Otto e mezzo si infuria con i leader di centrodestra

“Una matrice fascista”. Paolo Mieli, ex direttore del Corriere della Sera, non ha dubbi su chi ha causato gli episodi di violenza e l’attacco alla sede della Cgil nella manifestazione contro il green pass a Roma. Il giornalista, nella puntata dell’11 ottobre di Otto e Mezzo, programma televisivo di La7 sotto la conduzione di Lilli Gruber, è convinto che “non ci sia neanche un dubbio che ci sia una matrice fascista, erano lì presenti i leader di Forza Nuova all’assalto. Bisogna però distinguere quelli che manifestavano contro il green pass, non va ridotto il problema dei no-green pass ai neofascisti. Dopo tutto quello che è emerso in questi ultimi due mesi si punta su una violenza bisogna riconoscere quello e condannare quello. Dire che ci stanno anche quelli di Pol Pot… Se ne parli un’altra volta”.
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La Gruber, padrona di casa, interviene nel discorso e cita Matteo Salvini e Giorgia Meloni che puntano il dito contro i centri sociali e Mieli si arrabbia per le loro posizioni: “Ma che c’entrano i centri sociali, quando sarà ne parleremo tutti quanti. Adesso sta venendo fuori un problema di quella natura e quella matrice. Far finta di niente è un errore. Mi stupisco che lo facciano. Negli anni ‘70 la sinistra faticò molto a riconoscere la matrice dei terroristi rossi e ogni volta che c’erano queste cose dicevano ‘eh ma ci stanno i fascisti che hanno fatto questo e quello’. Ci volle un lungo percorso e ci vollero dei solidi politici che crearono un pandemonio contro queste piccole furbizie.
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“Mi stupisce - rincara la dose il giornalista - che, nonostante gli sia stato detto, nel partito di Giorgia Meloni o nella Lega di Matteo Salvini ci sia una figura che dica ‘basta, bisogna fare una guerra senza quartiere e sbatterli fuori, denunciare noi alla polizia quando succede’. Possibile che non se rendano conto? Cosa devono aspettare? Un assalto ad una sede della Lega?”.
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