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Giorgia Meloni smaschera il giochetto della sinistra. Cosa non torna nell'inchiesta di Fanpage

"Fossimo così impresentabili non saremmo il primo partito in Italia" La leader di FdI ribadisce: "Non c'è posto in FdI per i nostalgici del fascismo"

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"Fossimo così impresentabili non saremmo il primo partito in Italia". Giorgia Meloni da giorni è sulle barricate dopo le accuse rivolte a Fratelli d'Italia di nascondere sacche di neofascisti, "lobby nere" e quant'altro. Ma "nel dna di Fratelli d'Italia non ci sono nostalgie fasciste, razziste, antisemite. Non c'è posto per nulla di tutto questo. Nel nostro dna c'è il rifiuto per ogni regime, passato, presente e futuro. E non c'è niente nella mia vita, come nella storia della destra che rappresento, di cui mi debba vergognare o per cui debba chiedere scusa", contrattacca la leader di FdI in una intervista al Corriere della sera. Dall'altra parte la sinistar col ditino alzato, che "i conti con il proprio passato, a differenza di noi, non li ha mai fatti e non ha la dignità per darmi lezioni".

 

Sullo sfondo l'inchiesta di Fanpage mandata in onda a Piazzapulita. "Il 'pericolo nero"' guarda caso, arriva sempre in prossimità di una campagna elettorale..." dice la Meloni che ribadisce: in FdI non c'è spazio per i nostalgici del fascismo: "Non ci servono: sono solo utili idioti della sinistra, che li usa per mobilitare il proprio elettorato". La dimostrazione è che Roberto Jonghi Lavarini, il fantomatico "Barone nero", lo abbiamo cacciato, dice la Meloni.

 

Il fatto è che "siamo scomodi, per questo siamo mostri". Alla Meloni viene rinfacciato di non aver rinnegato il fascismo come "male assoluto" come fece Gianfranco Fini. Il fatto è che nonostante la svolta di Fiuggi la sinistra "non smise di dire che era fascista. Smisero quando tentò di far cadere il governo Berlusconi. Smetti di essere un mostro, un fascista, quando diventi uno di loro, li scimmiotti, e non ti vota più nessuno. Se ne facciano una ragione: io questa sinistra la combatto, non sarò mai una di loro. Io sono orgogliosamente alternativa a loro", attacca la presidente di FdI. 

La Meloni deve ribadire l'ovvio. "Se ripristinerei un regime? No, ovviamente, e le segnalo che chi ci accusa di questo dice, contestualmente, che Draghi fa bene a fregarsene del Parlamento. Pensate che potrei scrivere leggi razziali? La pagina più brutta dell'umanità, quindi decisamente no". La verità è che per la sinistra è fascista anche "chi manifesta contro il green pass. In pratica, sei fascista semplicemente perché non sei uno di loro". Troppo comodo".

 

SI parla poi della candidatura di Rachele Mussolini, eletta con record di preferenze al consiglio comunale di Roma. Una scelta "evocativa", dice l'intervistatore che chiede: non era meglio rinunciare? "E perché? È una persona preparatissima, competente, consigliera uscente che è stata rieletta perché ha fatto bene e non la discrimino per il nome che porta. E poi che strano, Alessandra Mussolini che sostiene il ddl Zan è bravissima, Rachele che sta con noi un mostro. Troppo ipocrita, troppo facile", replica la Meloni.

La leader di Fratelli d'Italia poi lancia un sospetto non da poco sulla seconda puntata dell'inchiesta di Fanpage, mandata in onda giovedì a Piazzapulita. Nel filmato si vede il presunto infiltrato giornalista consegnare un trolley pieno di soldi - che in realtà sono libri sull'olocausto - a Jonghi Lavarini attraverso una donna che si fa riconoscere con una parola d'ordine da fumetto noir... "Vedremo cosa verrà fuori da un'inchiesta a tratti surreale come si è visto nell'ultima puntata dove, una volta consegnato il presunto denaro, i giornalisti non si preoccupano di sapere da chi viene preso. Ma come, si istiga a compiere un illecito e poi non si va fino in fondo? Strano no?".

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