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"Il reddito di cittadinanza ha fallito. È come un metadone di Stato". Bufera su GIorgia Meloni

Alessandro Banfo
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Il reddito di cittadinanza scatena l’ennesima bufera politica. Sulla misura bandiera del M5S, attesa da un tagliando in autunno, è la leader di Fdi Giorgia Meloni, dal Forum di Cernobbio, ad accendere la miccia: «È metadone di Stato». A stretto giro di posta, sempre dalla terrazza di Villa d’Este, arriva la replica di Andrea Orlando: «Chi usa questa metafora non sa cosa sia la povertà. Ci sono modifiche da fare sul reddito di cittadinanza, ma non averlo sarebbe un passo indietro». Ovviamente sul tema interviene anche il leader del M5S, Giuseppe Conte, che parla del reddito di cittadinanza come di «una misura di necessità», per la quale «si posso valutare modifiche per migliorare ma non si può tornare indietro». E bolla come «volgare» il termine usato da Meloni.

 

 

Intanto il governo, grazie al lavoro in corso del Comitato scientifico per la valutazione del Rdc, è pronto a rimodulare il sostegno al reddito nato nel 2019. Come? Modificando la scala di equivalenza che svantaggia attualmente le famiglie numerose con figli minorenni e la durata minima del permesso di soggiorno come requisito, che potrebbe essere ridotta a da 10 a 5 anni. «Io non cosa hanno fatto di male i poveri. Vedo un odio verso chi è povero e chi lavora che sinceramente non capisco. Avere uno strumento che combatte la povertà è necessario», spiega dalla Cgil il segretario generale Maurizio Landini. Ma la polemica monta, è un fiume in piena, con il leader leghista Matteo Salvini che lancia un’altra stoccata: «Il reddito di cittadinanza non si è rivelato efficiente. Lo abbiamo votato, è stato un errore». In questo continuo ping-pong dal Pd interviene il segretario Enrico Letta: «La nostra posizione è quella del presidente Draghi, siamo a favore che si modifichi o che si migliori, si parta dalle cose che non hanno funzionato e si mantenga però un intervento a favore della povertà che esiste nel nostro Paese».

 

 

Nel pomeriggio Meloni rincara la dose arrivando al Salone del Mobile di Milano: «Il reddito è stato uno strumento diseducativo. Lo sviluppo è un modo di liberare la gente dalla povertà, non mantenerla con la paghetta di Stato come vogliono fare i 5Stelle chiaramente per un fatto di consenso, che è una responsabilità grave che la politica si pone. Proprio perché so cos’è la povertà la voglio combattere davvero e non la voglio mantenere tale e quale», conclude la leader di Fdi. «Ha funzionato come contrasto alla povertà. Dobbiamo ripensare a come armonizzare lo strumento», è la chiosa finale di Orlando. Ma è difficile immaginare che la polemica politica sia chiusa qui.

 

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