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M5S, Beppe Grillo: "Non sono padre-padrone". Giuseppe Conte: "Falsità". Inizia la conta, i parlamentari tremano

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Sempre più nel caos, e ormai alle prese con quotidiani botta e risposta tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che contribuiscono a far salire il livello dello scontro. Il M5S sta attraversando il momento più delicato da quando ha visto la luce, e nessuno sa davvero come andrà a finire. Una certezza in più però appare all'orizzonte: l'ex premier sembra deciso a intraprendere quel 'piano B' smentito solo pochi giorni fa. Il progetto scritto dopo aver ricevuto il mandato di Grillo per il neo-Movimento sarà infatti utilizzato per dar vita a un nuovo soggetto politico. Dando quindi il là a quella che nei numeri potrebbe essere una vera e propria scissione. "Non lo voglio tenere nel cassetto perché non può essere la contrarietà di una singola persona a fermare questa proposta politica, che ritengo ambiziosa e utile anche per il paese", sono le parole di Conte al termine di una giornata carica di tensione.

Giornata caratterizzata ancora una volta dalle dichiarazioni del fondatore e da quelle dell'avvocato pugliese, ormai ex leader in pectore di un Movimento sull'orlo di una crisi di nervi. "La svolta autarchica è una grande mortificazione per tutti" è il messaggio di Conte raccolto da LaPresse in mattinata, mentre in Parlamento in tanti si interrogano sul da farsi. Tra Camera e Senato è partita la 'conta' per capire chi è disposto a restare con Grillo e chi, invece, sarebbe pronto a fare le valigie per seguire Conte nella nuova avventura. I rumors raccontano di 100 e più parlamentari 5S intenzionati ad abbracciare il progetto politico di Conte. Tra questi, forse, anche l'intero Comitato di Garanzia composto da Roberta Lombardi, Giancarlo Cancelleri e Vito Crimi. Quest'ultimo è uscito allo scoperto in maniera netta attaccando il garante su Facebook, scrivendo che la votazione per il nuovo Comitato direttivo non può avvenire sulla piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio "poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti al MoVimento. Inoltre, consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy". Il senatore e capo politico reggente, inoltre, ha rinfacciato al cofondatore di aver impedito con le sue scelte "una discussione e una valutazione della proposta di riorganizzazione e di rilancio del MoVimento 5 Stelle alla quale Conte ha lavorato negli ultimi mesi. Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel MoVimento".

Insomma, nei 5S c'è aria di tempesta. Anche Grillo ne è consapevole tanto che in un videomessaggio ripercorre la parabola di questi quattro mesi con l'ex premier. Il cofondatore conferma che Conte "magari non è la persona più adatta a quello che serve oggi al Movimento", poi aggiunge: "Vi abbraccio tutti, e cercate di stare uniti, se possiamo. Poi se qualcuno vuole fare una scelta diversa la farà in tutta coscienza". E in tema di scelte, il garante rivendica la bontà di quelle fatte: "Ho agito come dovevo, con cuore, anima e intelligenza. Io non sono il padre-padrone del Movimento, io sono il papà del Movimento, ho fatto delle cose straordinarie che non rinnego con chi oggi mi sta disprezzando". Grillo mette quindi ancora nel mirino Conte, "un professore di università diventato presidente del Consiglio" grazie al Movimento. Ma che, una volta incaricato del ruolo di riscrivere lo statuto, è sparito. "A maggio lo chiamo e non si fa trovare - è l'accusa di Grillo -. Poi mi è arrivata la famosa bozza ed era una roba che si metteva al centro lui, forse aveva frainteso, perché era una cosa da tener presente che negli Stati generali gli iscritti avevano detto di fare una distribuzione dei poteri. Perché se hai tutto in mano ti fai del male da solo". Inoltre, prosegue il cofondatore, per lui aveva chiesto solo la garanzia "di avere le condizioni e la struttura del garante identica allo statuto che c'è adesso" per continuare ad essere "il visionario, il custode dei valori".

Il racconto di Grillo, che nel frattempo intima a Crimi di dare il via libera a Rousseau - ma solo per due votazioni, quella per l’elezione del Comitato direttivo e quella per la modifica dello statuto necessaria per usare poi una nuova piattaforma - finisce tuttavia per essere ribattuto punto su punto proprio da Conte. L'ex premier ribadisce il rispetto per l'Elevato, ma gli chiede "di non dire falsità sul mio conto e il mio operato". "Abbiamo una fittissima corrispondenza documentale, se lui mi autorizza sono disposto a pubblicare perché agisco sempre in trasparenza" aggiunge, evidenziando inoltre che Grillo "ha chiesto più che una diarchia politica, ed è umiliante". Ecco perché le strade alla fine si sono divise, con Conte adesso pronto a imboccare un nuovo percorso capitalizzando il consenso che si è generato attorno a lui: "C'è tanto sostegno dei cittadini, per questo progetto politico ho lavorato quattro mesi e non vedevo l'ora di condividerlo".

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