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Voto a Roma, Giuseppe Conte scappa dal collegio di Primavalle

Francesco Storace
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Eravamo stati facili profeti. Per gli affari suoi Giuseppe Conte resta un abile calcolatore e ha capito che non avrebbe ricavato un risultato utile nel collegio romano per la Camera di Primavalle, dove si voterà a ottobre in coincidenza con le comunali della città.

 

Il governo Raggi è una tomba per chiunque si candidi sotto le insegne pentastellate e certo non sarebbe possibile un’intesa col Pd, che è pure devastato dalle ambizioni territoriali con le primarie per tentare di conquistare il seggio.

 

Intervistato dal Corriere della Sera, Conte lascia cadere così la disponibilità a competere, sulla quale nel M5S si discuteva da giorni: “Io non ho mai pensato di correre per il collegio di Roma”, è la candida bugia.

Accompagnata dall’ipocrisia: un seggio per lui sarebbe stato una restituzione ai romani. “Mi farebbe davvero molto piacere restituire quello che Roma mi ha dato”, afferma l’ex premier con discreta faccia tosta. Ma, ammette, “non posso assumere con i romani impegni che non potrei mantenere. Devo dedicarmi a tempo pieno alla ripartenza del Movimento”.

 

Per finire così, bontà sua: “Un seggio in Parlamento è un onore, ma sarebbe un disonore lasciarlo sistematicamente vuoto”. Avanti un altro, la fuga è siglata.

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