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Agorà, Bruno Vespa fa a pezzi le manovre della politica su Draghi: ridicolo fare previsioni sul Quirinale

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“È impossibile fare previsioni sull’elezioni del presidente della Repubblica”. È un Bruno Vespa tranchant quello chiamato a commentare il destino del Quirinale dagli studi di Agorà, programma condotto da Luisella Costamagna su Rai 3. Lo storico giornalista e conduttore televisivo di Porta a Porta ha appena pubblicato un libro sull’argomento “Colle” in cui svela tutti i retroscena che hanno portato alle elezioni del Capo dello Stato e il suo pensiero non si discosta molto da quello del premier Draghi, che ha ritenuto “improprio discutere del futuro di Mattarella, unico autorizzato a parlarne”.

 

 

“Lo dimostra - spiega Vespa - la storia delle passate elezioni, è ridicolo fare previsioni. Tutto si decide gli ultimi tempi, negli ultimi giorni, sulla base della situazioni del momento e delle prospettive. Chi avrebbe mai detto a Napolitano che sarebbe stato prorogato per due anni? Nessuno, poi è successa la catastrofe di Prodi ed è avvenuto… Mattarella accetterà in emergenza? Non lo sappiamo! Draghi accetterà in emergenza? Non lo sappiamo. E il Premier ha ragione, è perfino irrispettoso parlarne”.

 

 

Per la carica di presidente della Repubblica l’ipotesi che circola maggiormente è quella di un Mattarella-bis, un’opportunità che il diretto interessato ha voluto smentire, parlando di un necessario riposo alla fine del mandato, che scadrà il 3 febbraio del 2022. Le manovre della politica vogliono Mario Draghi alla guida del Governo fino al 2023, con nuove elezioni e l’ex banchiere nuovo inquilino del Quirinale al posto dello stesso Mattarella, che in questo caso sarebbe “costretto” ad allungare il suo compito al Colle. Vespa ricorda alcuni esempi del passato e spazza via tattiche e strategie dei parlamentari: “Amintore Fanfani ci ha sbattuto la faccia per 3-4 elezioni. Con l’eccezione di Francesco Cossiga tutti gli altri sono usciti all’ultimo momento, mentre altre persone aspettavano di andare al loro posto.  Il mio è praticamente un romanzo giallo, per scherzo, nel 2015, è circolato persino il mio nome. Silvio Berlusconi, in un momento di gentile follia, suggerì a Matteo Renzi il mio nome. Me l’ha raccontata Renzi, che capì subito la battuta di Berlusconi”.

 

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