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Conte minaccia Rousseau, scoppia la guerra tra i 5 stelle

Paolo Zappitelli
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Povero Giuseppe Conte. L’ex premier probabilmente non avrebbe mai immaginato di rimanere impantanato nella sua ascesa alla guida del Movimento 5 Stelle a causa di un cavillo giuridico. Proprio lui che è un avvocato civilista.

 

 

 

Eppure la decisione della Corte di Appello di Cagliari che ha bocciato il ricorso presentato dall’attuale reggente politico grillino Vito Crimi sembra averlo intrappolato in una specie di limbo giuridico. Per questo ieri, in una intervista al quotidiano La Repubblica, ha alzato la voce contro Davide Casaleggio, il nemico numero uno, ormai dei Cinque Stelle. «Per legge è obbligato a consegnare i dati degli iscritti al Movimento, che ne è l’unico e legittimo titolare. Su questo c’è poco da scherzare, perché questi vincoli di legge sono assistiti da solide tutele, civili e penali». «Abbiamo predisposto tutto per partire. Siamo pronti - avverte - Questa impasse sta solo rallentando il processo costituente, ma certo non lo bloccherà. Verrà presto superata, con o senza il consenso di Casaleggio. Se Rousseau non vorrà procedere in questa direzione, chiederemo l’intervento del Garante della Privacy e ricorreremo a tutti gli strumenti per contrastare eventuali abusi. Non si può fermare il Movimento, la prima forza politica del Parlamento». Insomma una vera e propria dichiarazione di guerra contro chi vuole ostacolare la sua (nuova) carriera politica.

 

 

 

A questo punto la situazione di stallo potrebbe sbloccarsi la prossima settimana. In molti non vorrebbero finire in tribunale, ma la strada del ricorso d’urgenza (ex articolo 700) davanti al giudice civile non è affatto esclusa. Mentre continua ad avere piede l’idea di percorrere la via dell’intervento del garante della privacy - come ha sottolineato anche Conte - nonostante qualche dubbio fra gli «esperti» di M5s. Né si manca di sottolineare che la mancata consegna dei dati potrebbe avere anche risvolti penali. Ma a formalizzare una delle due richieste dovrebbe essere non Conte ma Vito Crimi.

Ma a preoccupare ancora di più l’ex premier sono i venti di scissione interni ai Cinque Stelle. Secondo quanto scrive l’agenzia Adnkronos un nutrito gruppo di deputati avrebbe deciso di autoconvocare un’assemblea per martedì sera. Sarebbe già stata inoltrata la richiesta per avere la Sala Tatarella della Camera ma l’alto numero di adesioni potrebbe costringere i parlamentari a trasferirsi nella più ampia Nuova Aula dei gruppi. «Crimi non ha più poteri, i vertici sono esautorati. La scissione non è più un tabù», minaccia una fonte parlamentare alla seconda legislatura non escludendo la spaccatura in più gruppi parlamentari.

 

 

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