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Giù le mani da Nello Musumeci. Storace: attacchi ipocriti a un simbolo della destra italiana

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Giù le mani da Nello Musumeci. "È evidente che c’è chi sta tentando di far male ai simboli della destra italiana. Quella che si caratterizza per cultura e moralità, anzitutto, e che vive la sua integrità forte di un nome e di un cognome che fa storia da una vita", scrive Francesco Storace su 7Colli in difesa del governatore della regione siciliana, "l’unico in Italia che deve far fronte a due emergenze contemporanee: il Covid e gli sbarchi di clandestini. Che arrivano in massa nell’isola", si legge in un articolo del vicedirettore de Il Tempo

 

Non solo. Il presidente della Regione Sicilia ha un altro problema "che si chiama Gianfranco Miccichè, il quale fa il presidente dell’assemblea regionale. E contemporaneamente il capo del suo partito, Forza Italia, in Sicilia. Tenta anche di fare il capocorrente con Silvio Berlusconi costretto ad intervenire per impedirgli di cambiare i 'suoi' assessori. A volte, sembra anche ambire al ruolo di capo dell’opposizione, viste le uscite che lo caratterizzano su YouTube e che hanno il solo risultato di mettere in difficoltà il governo regionale tra le ola della minoranza", scrive Storace. 

 

Perché Musumeci è un simbolo per la politica. "Ecco, se c’è uno che la destra italiana ha il dovere di difendere con tutte le sue componenti – dalla Lega a Fratelli d’Italia alla stessa Forza Italia – è proprio Musumeci. Al quale ne stanno facendo di tutti i colori, come l’incredibile storia che ha riguardato marginalmente il suo assessore alla sanità Ruggero Razza, costretto alle dimissioni per una frase uscita male ma su una vicenda che riguarda i dati inviati a Roma da ogni regione".

 

"L’aggressione al governatore siciliano va respinta e senza bisogno di quinte colonne inconsapevoli - rimarca il vicedirettore de Il Tempo -  In quella terra erano anni e anni che aspettavano una persona onesta alla guida della regione e oggi Musumeci paga per i troppi no che ha pronunciato da una istituzione che diceva sì a tutti quelli che pretendevano acquiescenza. Ma si illudono Pd e Cinquestelle se pensano di piegare uno degli uomini più tenaci: la storia della destra italiana non si fa intimidire dagli scappati di casa".

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