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Nicola Zingaretti non faccia finta di niente. Le clientele sono pure colpa sua: li mandi a casa dimettendosi

Francesco Storace
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Nicola Zingaretti non è imputato, ma è colpevole lo stesso. Perché alla regione Lazio è lui che ha trasmesso un senso di impunità. Per cui ciascuno si sente autorizzato a fare qualunque cosa. La storiaccia dei concorsi marca Pd, un capitombolo inguardabile, è assolutamente evidente e poco cambia se c'è qualche rimasuglio altrove. Sono quelli del partito del Nazareno a costruire sempre percorsi opachi, ambigui, al limite della legalità. Perché può anche accadere che per l'ennesima volta alla regione Lazio passi 'a nuttata. Ma questo non vuol dire che siano in odore di santità. Anzi. Centosette assunzioni, ottanta, quaranta: numeri al lotto che andranno chiariti al più presto.

 

 

Appena sarà fatta luce le responsabilità ricadranno anzitutto sul numero uno della regione. Perché è una balla pensare di separare le clientele del Pd di giunta da quelle del Pd del consiglio regionale. La metodaglia sempre quella è. Il bello è che Zingaretti adesso fa pure l'indignato con i suoi. Ha gonfiato a dismisura gli organici della regione con una marea di assunzioni fino al più piccolo degli enti assoggettati al suo governo e se la prende con il povero Mauro Buschini, l'ex presidente del consiglio regionale costretto a fare fagotto. E che, poverino, ha solo preteso di fare un bel regalo di nozze al compaesano che aveva accompagnato all'altare come testimone del rito. A fare le opere di bene ci si rimette... Se fosse serio, il governatore dovrebbe chiedere consiglio alla quasi neocompagna che lo precedette nella missione regionale, Renata Polverini: «A casa ce li mando io».

 

 

Non che sia la soluzione, ma certo Zinga non può negare di aver messo i suoi ai posti di comando. Di cui abusano a volontà. Il compagno Antonio Pasquini, ad esempio, sindaco di Allumiere con appena poche migliaia di abitanti. Mica è normale che cinque posti a concorso si moltiplichino in un'ottantina di patenti di idoneità al reclutamento dalla regione e da altri comuni del territorio. Sembra una associazione festaiola che se ne frega delle modalità di assunzione «normali» che vigono in questo paese. Tutto regolare? Loro dicono di si, anche se qualche curiosità viene a leggere i nomi degli amministratori del Pd beneficiati dalla Befana regionale. Si permettevano pure il lusso di rinunciare alla chiamata da Allumiere, tanto poi arrivava la graduatoria del comune di Guidonia. Allegria per tutti, allegria per molti e per molte. No, Nicola Zingaretti non può pensare di cavarsela con lo straccio di Buschini scaraventato dalla presidenza del Consiglio regionale. Altro che mi rovinate la carriera. Altro che sogni di candidatura romana. Il governatore del Lazio.

 

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