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Il senatore Lannutti: ho votato no a Draghi

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La fronda anti Draghi al voto. Il senatore grillino, Elio Lannutti, ha twittato il suo no al premier incaricato sulla piattaforma Rousseau. E ha invitato tutti gli iscritti alla piattaforma a votare. Perché "libertà è partecipazione".

A dimostrazione che i gruppi parlamentari pentastellati sono in subbuglio tanto che l'unità è sempre più a rischio. Ne aveva parlato apertamente il deputato Pino Cabras, uno dei più ostili all’ipotesi di un esecutivo guidato dall’ex governatore della Bce: «Una scissione - aveva detto all’Adnkronos - non è da escludere... Non è indifferente dire sì o no a Draghi. Significa dismettere le nostre battaglie storiche». L'altra sera, sulla piattaforma Zoom, si è celebrato il "V-Day" dei ribelli: una assemblea virtuale nella quale "portavoce" e attivisti hanno ribadito il loro no al governo Draghi. Sono intervenuti, tra agli altri: Barbara Lezzi, Elio Lannutti, Bianca Laura Granato, Andrea Colletti, Mattia Crucioli e lo stesso Cabras. Un lungo sfogatoio caratterizzato da toni accesi e pesanti accuse ai vertici del Movimento. «Ci viene chiesto di entrare in un’ammucchiata. Prima ci hanno scippato quella leadership che 11 milioni di elettori ci hanno riconosciuto, e adesso i golpisti, quelli che ci hanno sbattuto fuori, ci chiedono di partecipare a un governo con loro», l’affondo della senatrice Granato, secondo la quale è ancora possibile ribaltare il tavolo: «Con i presidenti di Commissione e il 30% dei seggi possiamo bloccare il Parlamento e impedire qualsiasi cosa. Se Draghi si rende conto che con quei numeri contro non può governare, sarà il primo ad arrendersi e a far posto a qualcun altro».

Il timore è che la destra possa ottenere un exploit alle urne, nel 2023: «La Meloni alle prossime elezioni sbanca. Rischiamo di trovarci in una situazione stile Ungheria e Polonia». aveva detto l’ex presidente Adusbef Lannutti usando parole dure: «Credo che gli interessi di Draghi, della finanza tossica, del neo-liberismo dittatoriale, delle agenzie di rating siano incompatibili con il Movimento 5 Stelle, che fu fondato da Beppe e da un visionario mite che si chiamava Gianroberto Casaleggio, e che forse da lassù ci starà scomunicando. Non solo noi, ma anche Beppe Grillo». E aveva rincarato: «Non potrò mettermi seduto dalla stessa parte dell’accoltellatore seriale Renzi e di chi veniva chiamato ’psiconanò da Beppe Grillo» ma «se gli attivisti ci diranno di andare al governo con Berlusconi e con Renzi, io mi adeguerò».

 

Per Cabras, Draghi «è l’uomo che nel 2015 faceva il waterboarding alla Grecia: nel momento in cui avevano bisogno di liquidità, gli ha chiuso i bancomat... È un curatore fallimentare. Il suo - ha detto Cabras nel corso della riunione - è un gattopardismo tecnocratico che sta cambiando anche la natura dei partiti in Italia». Intanto cresce il pressing della base. Molti militanti della prima ora, delusi dalla svolta di Grillo, riversano la loro rabbia sul Blog delle Stelle con commenti al vetriolo. Un centinaio di attivisti ha preparato un documento, inviato ai parlamentari grillini, per chiedere «una presa di posizione netta» da parte degli eletti «contro la costruzione di un governo in cui, come gruppo parlamentare, non potremo mai essere determinanti»: «in ogni caso -si legge nella missiva- non potremmo mai stare al fianco di chi è stato complice della prevalenza della finanza sulla politica, con chi ha realizzato le liberalizzazioni e le privatizzazioni che hanno distrutto il tessuto economico del nostro Paese, impoverendo il popolo e aumentando le diseguaglianze».

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