Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

L'incredibile telefonata di Conte a Renzi. Così si è umiliato per salvare la poltrona mentre Italia viva saliva al Quirinale

Franco Bechis
  • a
  • a
  • a

Quando Matteo Renzi  ieri aveva già riunito i suoi- Maria Elena Boschi, Teresa Bellanova e Davide Faraone- per incamminarsi verso il Quirinale dove lo attendeva Sergio Mattarella, è squillato il telefonino. Ad avere composto il numero l'ultimo che ci si sarebbe attesi: Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio dimissionario. Quella telefonata che forse sarebbe stata il salvavita dell'inquilino di Palazzo Chigi nell'ultimo mese non era mai partita. Ma ora, nel tentativo estremo di convincere il suo nuovo nemico a non sbarrargli la strada a una riconferma, è avvenuta, dando la sensazione di un Conte animale ferito e pronto ad umiliarsi per restare politicamente in vita. L'ultimo errore del premier uscente al termine di una settimana in cui tutto ciò che poteva sbagliare, l'ha invece puntualmente fatto. Immaginatevi quanto quel gesto possa avere fatto sentire Renzi più forte che mai, quasi ebbro di soddisfazione. E infatti ai suoi scuotendo la testa subito ha così commentato: “Imbarazzante, imbarazzante. Davvero imbarazzante”.

 

Lo scopo della chiamata era ovviamente quello di fermare Renzi dal pronunciare davanti a Mattarella un veto esplicito sul Conte ter. Se mai quella fosse stata l'intenzione del leader di Italia viva- che invece sul tema pubblicamente è sempre stato furbamente ambiguo- la telefonata dell'animale ferito gli ha dato la sensazione che fosse giunto semmai il momento di affondare il colpo. E quello è accaduto in effetti poi di fronte al Capo dello Stato, con la dichiarazione netta che non avrebbero detto “in queste condizioni” di sì al re- incarico a Conte, con la conseguenza che la crisi è tornata al giorno del suo inizio. Conte nella telefonata ha provato subito a distendere il clima, scherzando sui pasticci fatti in questa settimana sulla compravendita dei parlamentari: “Ho capito che sono negato a fare questa caccia ai responsabili...”.

 

Renzi non se l'è lasciata sfuggire: “L'ho visto...”. E in effetti il premier uscente aveva appena sbattuto la testa nel suo ultimo disastro: la sera prima aveva ricevuto incredibilmente a palazzo Chigi dove è in carica solo per l'ordinaria amministrazione il senatore forzista Luigi Vitali per convincerlo a passare dalla sua parte e ad aderire al nuovo gruppo dei responsabili. Gli sembrava un colpaccio, perché uscito di lì Vitali ha davvero annunciato il suo cambio di casacca. Ma è durato non più di quattro ore, perché sono bastate nella notte appena quattro ore e due telefonate di Silvio Berlusconi e Matteo Salvini per convincerlo del contrario e fargli fare marcia indietro, tornando all'ovile di Forza Italia. Peggio ancora dopo la notte insonne lo stesso Vitali ha spiegato così ai giornalisti che chiedevano spiegazioni. “Fossi passato dalla parte di Conte sarei stato solo un mercenario”. E qui ha dato la stura a qualsiasi fantasia sul contenuto delle preziose offerte che gli aveva fatto la sera prima il premier dimissionario. 

 

Così quando è arrivata la telefonata di Conte per Renzi è stata quasi una manna, vista che era carico come una Duracell nei confronti dell'inquilino uscente di palazzo Chigi. E il leader di Italia Viva ha giocato al gatto con il topolino che sbucava all'improvviso fra i suoi baffi: “Allora”, ha scherzato, “come è la vita da vegano? Ho visto che Lello Ciampolillo ti ha convinto a fare quel passo...”. Il riferimento era a quanto dichiarato dallo stesso Ciampolillo, ex M5s ripescato con l'operazione responsabili: “Quando mi ha chiamato il premier gli ho proposto di diventare vegano, spiegandogliene i motivi. Lui mi ha detto di essere molto interessato e che ci penserà”. Ma non era un dpcm di chiusura di ogni macelleria sul territorio nazionale quello che avrebbe affascinato un toscanaccio come Renzi. E infatti a lui Conte ha risposto: “Ma figurati! Ogni sera sulla mia  tavola c'è una gustosissima bistecca”. 

 

Insomma, quella telefonata in extremis invece di dare una mano a Conte rischia di trasformarsi nel colpo di grazia per le sue speranze di ritorno in sella. Perché una cosa ormai è certa: la partita sta andando dove voleva Renzi e la pistola dei responsabili che il premier voleva puntargli alla tempia per farlo fuori si è rivelata talmente spuntata da non sparare nemmeno a salve. Anche quella operazione è stata condotta in maniera disastrosa, con il premier in campo direttamente a fare telefonate e incontri con i candidati voltagabbana che un giorno o l'altro possono saltare fuori ed essergli rivoltate contro. Le poche volte che ha provato ad usare i suoi sherpa è andata perfino peggio. “Non riesco a respirare nemmeno mezz'ora”, ha confessato agli amici Ricardo Merlo, presidente del Maie, “e un minuto mi telefona Fraccaro, e un minuto dopo mi chiama D'Incà per avvertirmi di parlare con questo o quel senatore che intanto ci starebbe. Io li sento, mi dicono che sono indisponibili e quindi avverto che l'informazione era sbagliata: il tizio non è disponibile. Bene, due ore dopo mi chiamano e mi danno altre liste sicure. E hanno di nuovo gli stessi senatori che avevano già detto di no...”. 

 

In questo caos Renzi ha ovviamente ampio spazio di manovra. Ieri mattina ha sentito al telefono Silvio Berlusconi e insieme hanno convenuto che con un Mario Draghi in campo la soluzione alla crisi arriverebbe in un batter d'occhio, allargando e di molto la maggioranza. “Puoi verificare se Draghi è disponibile”, ha chiesto Renzi. E Berlusconi: “glielo faccio chiedere subito da Gianni Letta, che è molto suo amico”. Dopo un'ora la comunicazione di Silvio a Matteo: “Gianni l'ha sentito, e pare che sia indisponibile in questo momento”. Forse sì, ed è comprensibile: solo una telefonata di Mattarella potrebbe diventare una chiamata alle armi. Forse no, ed è quel che pensa Renzi che non si fida troppo di Letta per l'eccessiva sua vicinanza a Conte. Cercherà un'altra strada per verificare. Tanto tempo ce ne sarà ancora: le consultazioni al Quirinale a questo punto hanno bisogno di un altro giro e comunque di lunghe e complicatissime esplorazioni...

Dai blog